«Il Salento non si arrende». Lo assicura il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, che stamattina ha partecipato, a Castro, al sit-in organizzato contro il mega impianto eolico offshore di Odra Energia.
«È stato molto più di una protesta – afferma -: un grido d’amore per un territorio unico al mondo, un inno all’unicità e alla storia di questa litoranea».
Nell’evidenziare che «nessuno qui dice no al futuro, all’innovazione o all’energia pulita», Pagliaro spiega che «questo progetto che minaccia le coste tra Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase e Leuca, con le sue 73 (invece di 90) turbine alte quasi 300 metri, rischia di essere come uno sfregio su un’opera d’arte. Non si tratta solo di pale eoliche, si tratta di una ferita che il Salento non può consentire», aggiunge.
Per Pagliaro «ridurre il numero di turbine o spostarle di qualche chilometro è come cercare di nascondere un elefante dietro un cespuglio. Rimarrebbero le opere invasive a terra, gli scavi, l’impatto sui fondali marini e sul fragile ecosistema».
Il 26 novembre scorso, infatti, la società proponente ha pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente il piano per la realizzazione del progetto che prevede la riduzione da 90 a 73 del numero di pale galleggianti, alte quasi 300 metri, e l’allontanamento di 2 chilometri dalla litoranea.
Il Ministero dell’Ambiente ha concesso solo quindici giorni, fino all’11 dicembre, per presentare osservazioni.
«È una corsa contro il tempo per impedire che venga sacrificato il valore paesaggistico, storico e culturale di un’area che non ha eguali. Non si può trattare un territorio così prezioso anteponendo le speculazioni alle persone», commenta Pagliaro.
Il capogruppo de La Puglia domani ricorda che in Puglia circa 4.500 ettari di superficie sono destinati all’eolico industriale, oltre un quarto del totale nazionale. Per l’eolico offshore, poi, le richieste lungo le coste raggiungono una potenza complessiva di 27,5 GW, oltre dieci volte l’obiettivo nazionale. «Questi numeri raccontano una realtà schiacciante: il nostro territorio è già stato sfruttato al limite. E poi ci sono i danni collaterali – prosegue il consigliere regionale -: distruzione dei fondali marini, stress per la fauna, impatti devastanti su pesca e navigazione, inquinamento acustico e visivo che trasformerebbero il nostro panorama in un incubo metallico. Non è progresso, è un sacrificio inutile di un patrimonio unico al mondo».
Per Pagliaro è necessario che l’energia pulita venga prodotta in maniera intelligente, in «spazi lontani dalla costa, aree già industrializzate o in alto mare, dove non possano calpestare la bellezza che ci rende unici. Perché il progresso non deve essere una cicatrice, ma un seme piantato nel rispetto della natura e della nostra storia».
Al termine del sit-in di stamattina si è svolto un incontro informativo nell’aula consiliare di Castro a cui hanno partecipato esponenti politici e di associazioni di tutto il territorio oltre a rappresentanti del Movimento Regione Salento.