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Mafia pugliese, relazione Dia in Parlamento: «Clan influenti anche fuori i confini nazionali»

«Si osserva una costante tendenza all'espansione dei territori controllati dai clan anche al di fuori degli ambiti regionali e permangono alleanze storiche con altre organizzazioni criminali, anche straniere». Così, nella relazione al Parlamento, la Dia (Direzione Investigativa Antimafia) definisce il contesto criminale della Puglia nel secondo semestre del 2023 quando non sono state registrate "mutazioni…

«Si osserva una costante tendenza all’espansione dei territori controllati dai clan anche al di fuori degli ambiti regionali e permangono alleanze storiche con altre organizzazioni criminali, anche straniere».

Così, nella relazione al Parlamento, la Dia (Direzione Investigativa Antimafia) definisce il contesto criminale della Puglia nel secondo semestre del 2023 quando non sono state registrate “mutazioni significative nel quadro di riferimento generale del crimine organizzato pugliese“.

Il report elenca le maggiori inchieste antimafia condotte nelle singole province della regione e tra queste spiccano il sequestro preventivo di beni “provento di attività illecite” del valore complessivo pari a 18 milioni di euro nei confronti di un imprenditore.

Il decreto è stato eseguito dalla Dia di Bari. Nel Foggiano la mafia è composta da «una pluralità di identità mafiose distinte: la società foggiana, la mafia garganica, la mafia dell’alto Tavoliere e la malavita cerignolana».

Le indagini hanno confermato che «sotto il profilo delle relazioni criminali, le quattro principali organizzazioni mafiose foggiane risultano essere tra loro collegate, secondo logiche di condivisione di strategie, di interessi, di campi d’azione e di reciproco supporto».

Nel secondo semestre 2023 sono stati emessi 17 provvedimenti interdittivi antimafia da parte della prefettura di Foggia. Nella provincia di Brindisi «non sono stati registrati sostanziali cambiamenti negli assetti criminali rispetto al semestre precedente», evidenzia la relazione spiegando che nel Tarantino «quello degli stupefacenti permane il settore di interesse maggiore per la criminalità ionica».

A Lecce e provincia «non sono state registrate sostanziali variazioni degli assetti criminali» e sono stati emessi tre provvedimenti interdittivi antimafia e due di prevenzione collaborativa, da parte della prefettura di Lecce.

La provincia di Barletta – Andria – Trani è infine definita una zona dal contesto criminale “eterogeneo” in cui convivono «clan storici sopravvissuti nel tempo e gruppi criminali emergenti» che sono animati da forte ambizione di potere ma che «subiscono le influenze esterne dei grandi sodalizi: società foggiana, malavita cerignolana e baresi».

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