Sarà a processo dal prossimo marzo un uomo di cinquantadue anni, originario della provincia di Taranto, accusato di aver abusato sessualmente della figlia della sua compagna, una ragazza appena diciottenne. Per lui l’accusa di violenza sessuale è aggravata dall’aver commesso il fatto approfittando delle relazioni domestiche. A deciderlo è stata la giudice per le udienze preliminari Rita Romano che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla pubblico ministero Francesca Colaci, rigettando l’istanza di non luogo a procedere avanzata dalla difesa dell’imputato.
I fatti
Le violenze, stando alla denuncia della giovane, assistita dall’avvocato Luigi Spadaro, sarebbero iniziate nel settembre del 2021 e si sarebbero protratte fino al gennaio del 2022. Quattro mesi da incubo che la ragazza ha dovuto affrontare, ritrovandosi spesso le mani dell’uomo addosso che, con comportamenti improvvisi e repentini, come messo nero su bianco dalla procura, la palpeggiava nelle parti intime, infilando le mani negli slip e sotto la maglietta.
Atteggiamenti molesti continui quando i due si trovavano da soli in casa, che sarebbero poi culminati con un rapporto sessuale completo al quale la giovane sarebbe stata costretta, dopo essersi ritrovata l’uomo nudo addosso. In quel caso, il cinquantaduenne avrebbe braccato la ragazza, le avrebbe sfilato i pantaloni e una volta su di lei l’avrebbe costretta a consumare un rapporto sessuale contro la sua volontà.
La denuncia
Quello è stato l’episodio che ha portato la giovane a trovare il coraggio di raccontare tutto al fidanzato e a sua madre che era ignara delle attenzioni del suo compagno nei confronti della figlia. All’epoca dei fatti il cinquantaduenne, già con precedenti di polizia per altri reati, si trovava in affidamento in prova ai servizi sociali. Dopo la denuncia, è stato arrestato. Da quel momento la madre della ragazza ha anche interrotto la relazione allontanandolo da casa.