La Dda di Bari ha chiesto ai giudici condanne dai 3 ai 20 anni per i 49 imputati coinvolti nel filone d’inchiesta di “Codice Interno“, riguardanti gli affari del clan mafioso Parisi-Palermiti del quartiere Japigia di Bari, al di fuori dello scambio elettorale politico mafioso.
I reati contestati sono di associazione mafiosa dedita al traffico di stupefacenti, reati in materia di armi e droga, tentato omicidio, estorsione, minaccia, danneggiamenti e usura, con l’aggravante mafiosa.
La pena di 20 anni è stata chiesta per il boss Eugenio Palermiti, per suo figlio Giovanni, per Michele e Radames Parisi e per altri otto considerati a vario titolo promotori, organizzatori, dirigenti e finanziatori dell’associazione (Raffaele Addante, Raffaele Castoro, Umberto Lafirenze, Filippo Mineccia, Michele e Sebastiano Ruggieri, Silvio Sidella e Francesco Triggiani).
La gup Isabella Valenzi, su richiesta dei difensori, ha anche acquisito l’ordinanza di custodia cautelare di Genova con cui, lo scorso 19 novembre, è stato arrestato in Liguria il collaboratore di giustizia barese Domenico Milella, per gli inquirenti ancora dedito allo spaccio di droga nella sua sede protetta.
Milella, nel corso di oltre 4 anni di collaborazione, ha reso varie dichiarazioni importanti per ricostruire le dinamiche del clan di Japigia e per chiarire aspetti decisivi della guerra di mafia che ha interessato il quartiere nel 2017.