Scatta l’ora X per la sospirata firma dell’accordo di coesione fra Regione Puglia e Governo centrale. Dopo due anni di passione, salvo sorprese il fatidico sì arriverà domani nel teatro Kursaal Santalucia. Alla fine Palazzo Chigi è riuscito a “incastrare” gli appuntamenti della premier Giorgia Meloni, la cui presenza a Bari è prevista, e quelli del ministro Raffaele Fitto, pronto a lasciare l’incarico di governo per assumere quello di vicepresidente della Commissione europea ma non prima di aver partecipato alla cerimonia organizzata dal presidente pugliese Michele Emiliano.
Le trattative
Tuttavia fino a ieri i tecnici di Roma e Bari hanno risolto le ultime criticità sul patto di coesione da 6,4 miliardi di euro, relativo 500 progetti di opere pubbliche che spaziano fra strade, porti, aeroporti, sanità e servizio idrico. Il nodo più difficile da sciogliere è stato quello degli incentivi alle imprese, un “pacchetto” da circa 700 milioni destinato a 2.500 aziende locali con investimenti programmati per un miliardo e centinaia di migliaia di posti di lavoro all’orizzonte.
Palazzo Chigi aveva eccepito l’uso delle risorse ai privati, in particolare il fatto di prevedere l’attivazione di bandi e graduatorie in assenza della disponibilità finanziaria con la conseguenza di “dirottare” verso le aziende i miliardi del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) e quelli del Piano operativo complementare (Poc): una sorta di “mandato di pagamento” a favore di qualcuno. L’intoppo è stato superato grazie all’intervento di Fitto direttamente a Bruxelles.
Le opere pubbliche
Nelle ultime settimane, invece, è stata sbloccata la partita delle opere pubbliche rimasta a lungo in stand-by a causa dello scarto tra i numerosissimi progetti presentati dalla Regione Puglia e la “prudenza” del Governo centrale. A marzo la Regione aveva presentato un elenco di interventi programmati con l’ultima parola affidata a Roma. Sul punto, però, non si è mai arrivati a un’intesa definitiva con posizioni quasi contrapposte.
La Puglia insisteva per i progetti destinati ai territori più svantaggiati come Foggia, Brindisi e la Bat. L’impostazione di Fitto, invece, puntava a concentrare le risorse del Fsc su infrastrutture strategiche a completamento dei finanziamenti statali già previsti che, di contro, la Regione Puglia voleva tenere distinti. Per esempio, il secondo lotto di lavori sulla statale 275 Maglie-Leuca sarà finanziato con i fondi Fsc al pari del grosso dei progetti. Ora manca solo la firma all’accordo di coesione.