Vertice in Regione, ieri, tra l’assessore all’Istruzione Sebastiano Leo e le principali sigle sindacali e associazioni che rappresentano il mondo della scuola, per un confronto in merito alla definizione del Piano di Dimensionamento Scolastico per l’anno scolastico 2025/2026. Dalla discussione sono emersi dei nodi problematici che andranno affrontati nuovamente il 5 dicembre. La questione dimensionamento dovrà prima passare in Giunta a fine dicembre.
I nodi da sciogliere
Due le situazioni principali che andranno approfondite nei prossimi giorni e che sono state messe in discussione: l’accorpamento del “Romanazzi” di Bari con il “Giulio Cesare” e l’aggregazione del terzo Circolo didattico “Roncalli” di Altamura con la scuola media “Serena” e del quarto Circolo didattico “Bosco” con la scuola media “Pacelli” al fine di istituire, in entrambi i casi, due Istituti comprensivi. Sulla scuola barese, sebbene l’ufficio scolastico regionale abbia già dato parere positivo alla soluzione prospettata dalla Città Metropolitana di Bari (che metterebbe insieme due scuole con lo stesso indirizzo), il Collegio dei docenti del “Romanazzi” non è stato consultato. Prima dunque di arrivare a una definizione della questione, occorrerà espletare questo passaggio.
Sul tema permane la contrarietà della Uil scuola che si è già espressa in diverse occasioni, mentre altre sigle sindacali sono d’accordo con l’accorpamento. Diverso il discorso di Altamura: si tratta di una scuola di primo grado che dovrebbe essere scorporata adottando una soluzione geograficamente più ottimale, per essere riaccorpata con scuole più vicine.
I piani provinciali
Nella riunione di ieri sono stati presentati anche i piani provinciali per gli accorpamenti. Ma non tutte sono state in grado di farlo. La provincia di Brindisi ha informato l’assessore che non è stato possibile formulare una delibera con proposta di dimensionamento per l’anno 2025-26. In questo caso toccherà alla Regione provvedere al piano. In Puglia, per il prossimo anno scolastico sono state autorizzate 565 autonomie dal Governo, 18 in meno rispetto a quelle di quest’anno.
Di queste, 14 era già previsto che venissero meno, mentre altre quattro si sono aggiunte dopo essere state “abbonate” alle Regioni nella legge di Bilancio dello scorso anno. Un modo per rendere più “soft” gli accorpamenti. Adesso si attende la prossima settimana, dove il ministro Valditara è atteso a Verona alla fiera Job Oriented, durante la quale potrebbero arrivare dei nuovi annunci sui tagli previsti. La situazione, insomma, è ancora incerta e in divenire.