La “rete” di funzionari conniventi all’interno della Asl da una parte, e le “conoscenze importanti” dell’imprenditore Gianni Crisanti, dall’altra. Ma anche una copertura di livello superiore, che avrebbe permesso al sistema di corruzione di resistere per anni e gettare nuovi semi.
Il retroscena
Il quadro, niente affatto rassicurante, emerge dalla richiesta di misure cautelari, scritta dal procuratore Roberto Rossi e dalla pm Savina Toscani al gip Giuseppe Ronzino, che ha condiviso l’impostazione accusatoria, mandando in carcere sei persone (Nicola Sansolini, Nicola Iacobellis, Concetta Sciannimanico, Giovanni Crisanti, Ignazio Gadaleta e Nicola Minafra) e altre quattro ai domiciliari (Paola Andriani, Nicola Murgolo, Cataldo Perrone e Giuseppe Rucci). Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, corruzione, falso, subappalti illeciti e turbata libertà degli incanti.
Il fatto
Secondo quanto accertato in un anno di indagini dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziario del Comando provinciale di Bari, il sistema degli appalti sarebbe stato gestito dai tre funzionari della Asl, che il gip Giuseppe Ronzino definisce «avidi di denaro», «un gruppo di influenza all’interno della Asl di Bari dedito alla commissione di una serie di condotte di corruzione, turbativa d’asta, subappalti illeciti e di falsificazione di atti amministrativi, emergendo una diffusa, capillare e sistematica alterazione dei processi di formazione, indizione, aggiudicazione ed esecuzione degli appalti (tuttora in corso)».
La rete
Il gruppo di influenza, mettono invece nero su bianco Rossi e Toscani, avrebbe potuto contare su «una rete di connivenze – si legge nella loro richiesta – di cui sono protagonisti numerosi funzionari tra cui Tinelli, Fato, Sicolo, Carbonara, Bux ed altri, pronti a intervenire a supporto dell’operato criminoso, commettendo a loro volta illeciti per “coprire” le condotte dei dirigenti e degli imprenditori collusi».
Le conoscenze importanti
A garantire l’impunità di manager e imprenditori, d’altra parte, c’è il sostegno di “conoscenze importanti” vantate da Gianni Crisanti, uno degli imprenditori più gettonati, ma anche e soprattutto collettore tra le due parti dell’affare illecito. Di lui parlano gli atti giudiziari (nella richiesta di misura si fa riferimento alla sua insolita libertà di rapporti e movimento con i dirigenti all’interno della Asl) ma anche gli stessi indagati Nicola Iacobellis e sua moglie Paola Andriani, intercettati dalla guardia di finanza: Andriani: «Rain Man (ndr, il suo soprannome) vive sereno, amore? Non ha paura di nulla…».
Iacobellis: «Quello è sbruffone».
A.: «E poi piangerà, no?».
I.: «Ha queste conoscenze importanti».