È una settimana decisiva non solo per Raffaele Fitto, ma per tutta la nuova Commissione europea. Degli scenari possibili per superare i veti incrociati tra le forze politiche della maggioranza che sostiene la presidente eletta dall’Eurocamera a luglio, Ursula Von der Leyen, uno è dato per certo e cioè che il destino del vicepresidente esecutivo italiano è legato a quello della sua omologa spagnola Teresa Ribeira del Pse. «Se cade Fitto – dicono dal partito popolare – cade Ribeira».
Un’eventualità che potrebbe portare la presidente «a rivedere tutta la composizione del collegio», si sussurra a Bruxelles, ed è la seconda ipotesi. La terza e inedita conclusione dell’impasse è la bocciatura in aula della proposta Von der Leyen e il ritorno al voto, anche se ciò nei 45 anni di vita del Parlamento europeo non è mai accaduto.
Le tensioni
Intanto, dopo giorni di tensione, sia i socialisti che i popolari, compresi i rappresentanti italiani, non sembrano voler fare passi in avanti. Ancora ieri due tra gli ufficiali di più alto grado tra gli europarlamentari italiani e cioè Stefano Bonaccini di S&D e Carlo Fidanza di Ecr hanno ancora una volta sostenuto le posizioni di partenza: «la maggioranza non può avere i voti dei sovranisti», dice l’esponente del Pd, mentre il capogruppo di Fratelli d’Italia, ribadisce che «i dem debbano ascoltare l’invito del Capo dello Stato», dopo che Sergio Mattarella ha ricevuto Fitto al Quirinale complimentandosi per l’incarico di commissario e vicepresidente esecutivo.
Il fronte ottimista
Allo stesso tempo c’è chi guarda alla soluzione con più ottimismo, come il capodelegazione di Forza Italia, Fulvio Martusciello, che ribadisce come «su Fitto e Ribera non ci sono drammi, sono questioni che si risolveranno. Abbiamo scelto di attendere il 20 novembre dopo l’audizione della ministra francese alle Coortes – la Camera dei deputati spagnola – ma solo per una motivazione politica, ecco perchè sono certo che si troverà una soluzione». Così come auspica che «le difficoltà si risolvano», il commissario europeo uscente, Paolo Gentiloni, il quale ricorda che «cinque anni fa in commissione il rappresentante di Ecr il belga Johan Van Overtveldt votò a mio favore».
L’affondo di Emiliano Anche Michele Emiliano, seppur con delle perifrasi, ha parlato della nomina di Fitto durante il suo intervento di ieri all’assemblea regionale del Pd: «il ministro che si è occupato di coesione e Pnrr in Italia andrà a fare la stessa cosa in Europa, è come un giudice che dopo il primo grado ricoprisse lo stesso ruolo in appello», ha affermato il governatore pugliese.