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Regione Puglia, Commissione Bilancio: due soluzioni per superare lo stallo sulla presidenza

Spunta lo spauracchio dell’esercizio provvisorio per il Consiglio regionale pugliese che rischia di non riuscire ad approvare nei tempi in commissione ed in aula il bilancio di previsione 2025. Un caso più unico che raro nella storia regionale da ieri più concreto dopo la conferenza dei capigruppo chiamata a superare la fase di stallo in…
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Spunta lo spauracchio dell’esercizio provvisorio per il Consiglio regionale pugliese che rischia di non riuscire ad approvare nei tempi in commissione ed in aula il bilancio di previsione 2025. Un caso più unico che raro nella storia regionale da ieri più concreto dopo la conferenza dei capigruppo chiamata a superare la fase di stallo in cui è finita la commissione bilancio.

L’altro giorno l’organismo, il più importante delle sette commissioni consiliari, non è riuscito ad eleggere il nuovo presidente dopo la promozione del consigliere Fabiano Amati in giunta regionale. Un vulnus creato dal gruppo di Azione che ha mal digerito la nomina di Amati in giunta regionale ed ha assunto una posizione critica in maggioranza facendo venir meno la forza dei numeri nella commissione ed anche in aula.

La candidatura respinta

Non a caso la candidatura alla presidenza del consigliere Saverio Tammacco avanzata dal capogruppo Pd Campo è stata respinta da Azione con la successiva caduta del numero legale. La certificazione, in pratica, dell’impossibilità di andare avanti considerando il pareggio creatosi in commissione, 6 consiglieri a 6, fra maggioranza ed opposizione. Una paralisi legata alla posizione critica del capogruppo di Azione Mennea che pur essendo inserito in maggioranza, di fatto non l’appoggia più. Per uscire dall’impasse ieri la presidente del consiglio Loredana Capone ha convocato i capigruppo dei partiti. Due le ipotesi sul tavolo.

Le ipotesi in campo

La prima prevede l’innesto di un nuovo consigliere di maggioranza riportando la proporzione di 7 a 6 e ristabilendo il corretto funzionamento così come prevede lo Statuto. Nel 2018 l’operazione si rivelò fallimentare per i Cinque Stelle che avrebbero voluto inserire due consiglieri e non uno nella settima commissione aumentando da 12 a 13 i posti. L’allora presidente Loizzo rigettò l’istanza dei Cinque Stelle che ottennero un solo commissario.

La questione finì davanti ai tribunali amministrativi in primo e secondo grado fino all’ultima parola della Corte Costituzionale che dette ragione a Loizzo e rigettò la prima pronuncia favorevole ai grillini del Tar Puglia. Da qui l’applicabilità di questa soluzione che tecnicamente risponde al principio dei cosiddetti “interna corporis”. La seconda ipotesi prevede la rinuncia da parte delle opposizioni di un rappresentante per favorire l’ingresso di un collega di maggioranza ristabilendo così la predominanza ai gruppi di centrosinistra. Le minoranze hanno rispedito al mittente questa possibilità. Il vertice è stato aggiornato in attesa di ulteriori approfondimenti politici.

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