Ennesima rocambolesca caduta del numero legale in consiglio regionale, interrotto ieri sulla proposta di legge per la fissazione dei canoni di affitto per le case popolari. Un tema scivoloso che introduceva una sanatoria per l’occupazione abusiva degli immobili limitata a una serie di condizioni fra cui il possesso senza titolo da almeno due anni dell’immobile in assenza di reati legati proprio all’ingresso nell’alloggio. Al momento del voto, però, il governatore Emiliano ha dato il parere contrario del governo sul testo di legge, prima firmataria la presidente di commissione Lucia Parchitelli Pd, aggiungendo che la Pdl poteva essere approvata solo con l’accordo di maggioranza e opposizione.
Le minoranze hanno colto al volo e con il capogruppo Renato Perrini di Fratelli d’Italia hanno chiesto che la proposta tornasse in commissione per approfondimenti. Il tutto dopo che in precedenza un emendamento di senso contrario, depositato dal consigliere leghista Fabio Romito, proponeva di approvare l’intera norma a eccezione della famigerata sanatoria prevista dall’articolo 17.
La bagarre
L’ipotesi di escludere la sanatoria è stata avallata dalla civica Con, a partire dal capogruppo Antonio Leoci, che in contrasto con il presidente Emiliano ha chiesto all’aula di approvare il provvedimento per valorizzare il frutto di un lavoro di confronto durato tre anni con l’ascolto delle associazioni degli inquilini e delle Araca, le agenzie regionali per le case popolari e dei sindacati. A quel punto Emiliano è intervenuto di nuovo a sollecitare il blocco dell’esame con il rinvio della discussione nelle commissioni. Ma per tutta risposta l’aula ha registrato due mozioni contrastanti sulle quali votare (l’esclusione della sanatoria o il rinvio alle commissioni).
Poi, di fronte all’insistenza di Con, che ribadiva la necessità di andare avanti s’è consumato un vero e proprio colpo di scena. Emiliano s’è alzato e ha ordinato alla sua giunta di abbandonare i lavori per far cadere il numero legale. Un’iniziativa estrema, senza precedenti, ma necessaria per far rinsavire il gruppo Con. Risultato la seduta s’è sciolta sulla votazione della mozione del consigliere Cristian Casili di rinviare i lavori e il consiglio è stato aggiornato al 26 novembre fra reciproche accuse fra i due schieramenti.
Le reazioni
«Si è persa una grande occasione bocciando la proposta di legge di Fratelli d’Italia sul piano straordinario di vendita di alloggi di edilizia residenziale pubblica», hanno commentato da Fratelli d’Italia. «Al centrosinistra piace solo il potere, ma non le responsabilità che ne derivano come nel caso per la sanatoria per l’occupazione senza titolo degli immobili di edilizia popolare», hanno aggiunto da Forza Italia. In apertura dei lavori, invece, il via libera sofferto a quattro disegni di legge su altrettanti debiti fuori bilancio ormai scaduti che rischiavano di aggravare in danni in capo all’ente regionale.
La maggioranza è riuscita a raggiungere l’asticella dei 26 voti nonostante l’ostruzionismo di Azione e grazie al recupero dei consiglieri malpancisti Maurizio Bruno del Pd e Mauro Vizzino di Per la Puglia. Un si rocambolesco dopo il flop iniziale sull’accorpamento dei debiti fuori bilancio impallinato dai franchi tiratori. Il primo voto, infatti, ha registrato soltanto 25 favorevoli su 29, uno in meno dell’asticella prefissata, con tre astenuti e un contrario e la bocciatura dell’emendamento.