Come annunciato dopo la decisione del gup di Bari Giuseppe De Salvatore, gli avvocati di Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale pugliese in carcere dal 26 febbraio nell’ambito dell’inchiesta della Dda “Codice interno“, hanno impugnato l’ordinanza con cui, lo scorso 7 novembre, era stata respinta la richiesta dei domiciliari.
L’appello è stato depositato oggi, in tribunale, dagli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, e si basa sostanzialmente sulla mancanza dell’attualità del pericolo di reiterazione del reato a cinque anni dai fatti contestati, e le decisioni della Cassazione che, per altri coimputati, hanno portato alla revoca o alla sostituzione della misura cautelare.
Olivieri è finito in carcere con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione: per l’accusa, nel 2019 avrebbe raccolto (a pagamento) i voti dei clan Parisi, Montani e Strisciuglio per favorire l’elezione della moglie, Maria Carmen Lorusso, al consiglio comunale di Bari. E avrebbe minacciato l’allora presidente del cda della Banca Popolare di Bari di far scoppiare uno “scandalo giornalistico”, attraverso una testata online di cui era editore, se l’istituto avesse riscosso un credito da oltre un milione di euro nei confronti della sua fondazione “Maria Rossi Olivieri”.
Giovedì scorso il gup ha negato i domiciliari per l’ex consigliere regionale rilevando, nell’ordinanza, il «perdurante attivismo di Olivieri in ambito politico, con una proiezione verso il futuro, a fianco di un soggetto a sua volta gravato dalla stessa imputazione nel presente procedimento», e «la vicinanza di Olivieri ad un personaggio inserito in un contesto delinquenziale di tipo associativo mafioso».