In tredici, tra sindacati e associazioni ambientalisti e di categoria (tra questi Azione cattolica, Legambiente e Peacelink) hanno scritto al ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin chiedendo di dotare il commissario alle bonifiche Vito Felice Uricchio, nominato a marzo 2024, di una struttura per svolgere appieno il suo mandato. I fondi per la bonifica, del Mar Piccolo in particolare, sono bloccati da dicembre 2020.
Le richieste
Al ministro si chiede di licenziare il Dpcm che consenta la nomina della squadra del commissario, un team di esperti e di sbloccare i fondi destinati alle bonifiche di Taranto. Le risorse, rilevano poi sindacati e associazioni, sono del tutto insufficienti. Per questo si chiede al governo di garantire al sito di interesse nazionale di Taranto i finanziamenti adeguati alla gravità della situazione ambientale e sanitaria.
La situazione ambientale
Il Mar Piccolo di Taranto, inquinato da veleni riversati negli anni dalle industrie, è sin dal 1990 tra le aree a elevato rischio ambientale. Nel 1998 è stato istituito il sito di interesse nazionale la cui perimetrazione, effettuata nel 2000, comprende vaste aree di territorio a terra ed a mare. Già a gennaio del 2004, l’allora ministro dell’Ambiente, Altero Mattioli, parlando del Mar Piccolo, disse che era necessario bonificare una vasta area altamente inquinata e che «l’obiettivo a medio termine dell’operazione è quello di realizzare le condizioni per il rilancio non solo ambientale ma anche socio-economico dell’area, con una importante ricaduta turistica. L’obiettivo immediato è quello di riportare la qualità dei sedimenti presenti nel sito a valori tali da consentire in piena sicurezza gli attuali usi di molluschicoltura e ittiocoltura».
Il Mar Piccolo è stato oggetto negli anni di numerosi studi che hanno acclarato la necessità e l’urgenza della sua bonifica. Il primo commissario straordinario alla bonifica è stato nominato a gennaio 2013, ma finora nessun intervento è stato realizzato, con grave danno per le tradizionali attività di molluschicoltura», scrivono i firmatari della lettera.