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Elezioni Usa, una pugliese a New York: «I candidati? Pessimi entrambi. Ho votato indipendente»

Tutto il mondo è paese. E certi fenomeni non accadono solo in Italia. Parola di Giuliana Mariani, barese trapiantata a New York che ha affrontato il voto negli Stati Uniti non senza difficoltà a causa del profilo politico e della storia dei due candidati: Trump, appena rieletto presidente e la sfidante democratica Harris. «Lei è…

Tutto il mondo è paese. E certi fenomeni non accadono solo in Italia. Parola di Giuliana Mariani, barese trapiantata a New York che ha affrontato il voto negli Stati Uniti non senza difficoltà a causa del profilo politico e della storia dei due candidati: Trump, appena rieletto presidente e la sfidante democratica Harris. «Lei è l’emissario delle multinazionali e delle banche, lui il cartone animato satirico di un politico. Trump non ce la faccio fisicamente a votarlo, lei non ci ho pensato nemmeno».

L’alternativa

C’è una terza via. Negli Stati uniti ti puoi registrare al voto come Repubblicano, Democratico o Indipendente e partecipare alle pre-elezioni per i candidati. «Per i democratici non ci sono state, perché sono corrotti e guidati dagli interessi delle multinazionali. I partiti sono al contrario: i democratici si comportano come repubblicani e viceversa. Io sono registrata indipendente e volevo votare Kennedy ma l’hanno fatto fuori e lui ha appoggiato Trump perché aveva idee più vicine alle sue nonostante Kennedy faccia parte di una delle più grandi famiglie democratiche».

Ma più di tutto a non convincere è la carriera di Harris. «I democratici hanno scelto di essere rappresentati da una persona che per diventare “attorney general” ha brigato per eliminare un concorrente e poi ha iniziato la “politica della galera”: per mostrare grandi numeri arrestava anche possesso personale di marjiuana e teneva in cella più del necessario. È favorevole alla guerra e non ha vero interesse per le persone in difficoltà. Con Biden hanno stampato milioni di dollari per facilitare gli interessi delle banche e delle multinazionali. E l’inflazione è andata alle stelle – continua – Non è qualificata per un ruolo simile. Non ha un programma definito. È stata scelta solo perché donna e nera anche se non è afroamericana». Premesse poco esaltanti per il voto, tanto che Giuliana aveva deciso di non esprimere preferenze. Ma «ho cambiato idea – racconta – perché ho sempre votato in vita mia e ho scoperto che esisteva una terza opzione “in bianco”: puoi scegliere e scrivere il nominativo che ti piace – e ho votato comunque Kennedy e poi cera una legge per la spazzatura a New York che andava votata».

C’è scetticismo anche per le conseguenze che l’elezione di Trump avrà sulla vita negli Usa, soprattutto per un italiano. «L’ultima volta che Trump è stato presidente ha cambiato le regole per importo/esporto e mandare l’olio dall’Italia qua costava tantissimo. Niente salumi e prosciutto dall’Italia».

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