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Un nuovo chef stellato a Carovigno, Catalano: «Emoziono i miei ospiti con i contrasti» – L’INTERVISTA

La Guida Michelin 2025 ha svelato i suoi segreti: dopo mesi di attesa, l'edizione numero 70 della guida rossa ha finalmente decretato i nuovi ristoranti stellati. Sul palco del teatro Pavarotti Freni, una pioggia di stelle ha illuminato il panorama gastronomico italiano. E a brillare in questo firmamento, c’è anche un carovignese, Andrea Catalano, che…
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La Guida Michelin 2025 ha svelato i suoi segreti: dopo mesi di attesa, l’edizione numero 70 della guida rossa ha finalmente decretato i nuovi ristoranti stellati. Sul palco del teatro Pavarotti Freni, una pioggia di stelle ha illuminato il panorama gastronomico italiano. E a brillare in questo firmamento, c’è anche un carovignese, Andrea Catalano, che col suo “Dissapore” conquista per la prima volta l’ambito riconoscimento alla qualità delle preparazioni e dei prodotti di prima linea utilizzati.

L’arte in cucina: lo chef Catalano, un perfezionista della gastronomia, ha dato vita a un ristorante che è molto più di un semplice locale. Insieme a sua moglie Franca, ha creato un ambiente unico dove la passione per il cibo si fonde con la ricerca di gusti inaspettati.

Come avete accolto la notizia della stella Michelin?

«Siamo molto contenti: sicuramente ci stavamo lavorando però non ci aspettavamo nell’immediato di riuscire a entrare nell’olimpo della ristorazione italiana. Diciamo che è un riconoscimento al duro lavoro di ricerca che portiamo avanti da anni. Noi siamo entrati nella guida Michelin da pochi mesi e quindi non pensavamo arrivasse così presto».

A voler scegliere un piatto, un cavallo di battaglia del ristorante, un coniglio da tirare fuori dal cappello per i palati più esigenti?

«Sceglierei sicuramente “Puramente istintivo”, che ha colpito i giudici Michelin che lo hanno inserito in guida. Un mio background ci gusti mi ha portato istintivamente a creare questo piatto: la verità è che non ci ho pensato più di tanto, è arrivato, così molto d’istinto. Non abbiamo avuto neanche problemi nell’eseguirlo e nel trovare l’equilibrio. Su una salsa acida allo zafferano e di peperone arrosto, lo scampo crudo servito con la testa dello scampo resa croccante. Un trionfo di sapore».

Chi c’è nel ristorante a tenere le fila, oltre allo chef? Quanti siete e che tipo di entourage ha scelto?

«Ci siamo io e mia moglie Franca, innanzitutto. Lei gestisce il servizio, è la direttrice di sala. Abbiamo anche un maitre con chef de rang in alta stagione, un sommelier e poi la brigata di cucina. Si parte dalla famiglia e si arriva a un team completo di figure professionali».

Progetti per il futuro?

«Il primo progetto che abbiamo è quello di continuare a far star bene la gente nel nostro ristorante e a regalare un’emozione, una bella esperienza, fatto anche di contrasti. Il nome “Dissapore” nasce proprio da questo gioco di contrasti, dalla continua sperimentazione che porta a combinazioni culinarie sorprendenti. Ora siamo in ferie e festeggeremo con amici, colleghi e parenti all’insegna del gusto».

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