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Statte, Hiab insiste: «Ce ne andiamo». Il senatore Mario Turco si appella al Governo

Resta ancora irrisolta la vertenza degli oltre cento impiegati della Hiab, l’azienda di costruzione gru che minaccia di chiudere il sito di Statte. Ieri al ministero delle Imprese il confronto con azienda e sindacati si è chiuso con un nulla di fatto. L’azienda non propone altre soluzioni alla crisi di mercato che avrebbe investito in…

Resta ancora irrisolta la vertenza degli oltre cento impiegati della Hiab, l’azienda di costruzione gru che minaccia di chiudere il sito di Statte. Ieri al ministero delle Imprese il confronto con azienda e sindacati si è chiuso con un nulla di fatto. L’azienda non propone altre soluzioni alla crisi di mercato che avrebbe investito in particolare il mercato delle gru di piccole dimensioni, se non la chiusura del sito nel Tarantino. Il senatore Mario Turco, vice presidente del Movimento cinque stelle, dopo aver fatto visita di recente ai lavoratori a rischio posto di lavoro che hanno occupato lo stabilimento Hiab di Statte, ha depositato un’interrogazione al ministro delle Imprese Adolfo Urso e alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, per chiedere di intervenire.

Territorio in crisi

«Ci troviamo di fronte all’ennesima delocalizzazione, oltre alle tante chiusure avvenute in questi anni, che rischia di colpire ulteriormente un tessuto produttivo fortemente indebolito dalle note vicissitudini industriali ed extraindustriali. Taranto è la città che registra il maggior impatto economico e occupazionale in Italia derivante dalle crisi aziendali, con il conseguente coinvolgimento di migliaia di lavoratori, in un clima di vera e propria desertificazione industriale. Si pensi ai 5mila cassintegrati di Acciaierie d’Italia in a.s., agli oltre mille lavoratori di Ilva in a.s., agli oltre 1.200 lavoratori in cassa integrazione dello stabilimento Leonardo di Grottaglie, senza dimenticare le vertenze dell’arsenale militare, dei portuali ex Tct e degli operai ex Cementir, nonché il guazzabuglio attorno alle imprese dell’indotto ex Ilva. Tutti temi su cui sono personalmente intervenuto più e più volte, anche con diverse interrogazioni parlamentari, senza però mai ricevere risposta dal governo». Turco parla di «mancanza di rispetto istituzionale», anche nei confronti di migliaia di lavoratori, «che hanno il diritto di conoscere il loro futuro e di sapere cosa ha intenzione di fare il governo a tutela del lavoro e delle loro famiglie».

L’interrogazione

Ai ministri del governo Meloni, ora Turco chiede se intendano adottare iniziative per il ritiro immediato della proroga della cassa integrazione con azioni per salvaguardare il sito produttivo di Statte. Il senatore ionico consiglia di istituire un tavolo di confronto e negoziazione per la definizione di un vero piano industriale di tutte le attività e di tutti i prodotti della multinazionale Hiab, idoneo ad affrontare l’insieme delle problematiche che riguardano le lavoratrici e i lavoratori che operano lungo tutta la filiera produttiva, in un’ottica di difesa dell’occupazione e riqualificazione del sistema industriale. Altra opportunità suggerita da Turco, è un accordo di programma onnicomprensivo per chiudere tutte le crisi in atto nel capoluogo ionico, rilanciando il territorio in un processo di riconversione economica, sociale e culturale.

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