SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Orta Nova, un monumento ricorda Peppino Di Vittorio nel primo luogo in cui ha lavorato

Una base di muretto a secco, caratteristica del paesaggio rurale pugliese, dal 2018 riconosciuti come patrimonio Unesco. Sormontato da tre sagome ricavate dai contorni di storiche immagini che lo ritraggono in alcuni comizi. È l’installazione artistica dedicata a Giuseppe Di Vittorio e inaugurata oggi in località Masseria Cirillo, a Orta Nova: il primo luogo di…

Una base di muretto a secco, caratteristica del paesaggio rurale pugliese, dal 2018 riconosciuti come patrimonio Unesco. Sormontato da tre sagome ricavate dai contorni di storiche immagini che lo ritraggono in alcuni comizi. È l’installazione artistica dedicata a Giuseppe Di Vittorio e inaugurata oggi in località Masseria Cirillo, a Orta Nova: il primo luogo di lavoro del giovanissimo Peppino, costretto a lasciare la scuola per sostenere la famiglia dopo la prematura morte del padre.

Una delle tre iniziative promosse per celebrare il 67° anniversario della scomparsa del padre del sindacato italiano, che avvenne il 3 novembre 1957 a Lecco.

L’opera, realizzata con il contributo della Cgil Puglia, nasce dall’idea di tre militanti del sindacato: Nicola Affatato, Matteo Carella e l’architetto Gianfranco Piemontese, che hanno seguito anche i lavori di esecuzioni affidati ad artigiani del luogo.

A ispirare le sagome una foto scattata durante l’intervento sul palco nella sua Cerignola nel 1952, in piazza Castello. Dove a margine fu festeggiato dall’intera città per il suo 60° compleanno, con tanto di piccola cerimonia tenuta nell’aula del Consiglio comunale. Quindi una foto che lo ritrae a Bergamo, nel 1955, in piazza Vittorio Veneto. Infine il comizio, sempre del 1955, a Roma in piazza del Popolo.

«Vogliamo che quella masseria diventi sempre più un luogo della memoria, perché possiamo dire che lì tutto è cominciato», afferma la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, spiegando che «lì Di Vittorio conobbe il duro lavoro dei campi, il rozzo padronato terriero che trattava i sottoposti come proprietà e ne disponeva a piacimento, che lo spinsero a partecipare alle prime proteste e scioperi, maturando quella sensibilità e attenzione verso la dignità del lavoro che doveva diventare strumento di emancipazione sociale».

ARGOMENTI

cgil puglia
giuseppe di vittorio
lavoro
orta nova

CORRELATI

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!