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Dalla penna alla pista di atletica: uno scrittore tarantino tra i 70enni più veloci d’Italia

Non smette di racimolare medaglie e record, lo scrittore-corridore tarantino Giuseppe, per tutti Pinuccio, Stea, 75 anni. Specializzato in storia contemporanea locale, detiene attualmente il record provinciale dei 100 metri della categoria SM70 (atleti tra 70 e 74 anni) e SM75 (atleti tra 75 e 79 anni), 200 metri SM75, 4x100 metri SM70 e SM75,…

Non smette di racimolare medaglie e record, lo scrittore-corridore tarantino Giuseppe, per tutti Pinuccio, Stea, 75 anni. Specializzato in storia contemporanea locale, detiene attualmente il record provinciale dei 100 metri della categoria SM70 (atleti tra 70 e 74 anni) e SM75 (atleti tra 75 e 79 anni), 200 metri SM75, 4×100 metri SM70 e SM75, salto in alto SM70 e SM 75, salto in lungo SM75. E ancora, suoi i record regionali delle staffette 4×100 metri di entrambe le fasce d’età. Stea è anche campione regionale individuale Master 2024 (SM75) nei 100 e 200 metri e nelle specialità salto in alto e salto in lungo. In pratica, a Taranto e provincia non c’è un settantenne più veloce di lui ed è anche il più forte di sempre nel salto in alto e nel salto in lungo tra gli atleti suoi conterranei. Ed anche ai campionati nazionali individuali Master 2024, a Roma, nella categoria SM75 con avversari nettamente più forti si è difeso, raggiungendo un più che lusinghiero quinto posto.

I ricordi

Il pensiero corre agli Sessanta, quando da studente del liceo Archita, lo stesso di Aldo Moro nel cuore del borgo Umbertino, ogni giorno si spostava con la corriera da Palagiano per raggiungere la città. «Fare atletica all’epoca non era facile. Ero l’unico nel mio paese e mi allenavo da solo. All’epoca prendevo il treno per andare ad allenarmi. Al ginnasio fui folgorato dalla velocità. Facevo salto in alto. Mi ritrovai a sostituire un velocista che si era fatto male per la finale della quattro per cento. Andai così bene che il professore mi disse che quella era la mia specialità. Così cominciai a gareggiare nei tornei studenteschi. All’epoca c’erano due piste per l’atletica leggera in città, quella dello stadio “Mazzola” e quella del campo “Arsenale”. Nel 1965 gareggiammo al Mazzola. I più forti erano gli studenti delle scuole Righi e Battaglini. C’era tanta passione ma la pista era in carbonella, il fondo saltava e si sbriciolava. Gli studenteschi erano l’occasione per entrare in qualche società. Fui preso nel Club Atletico Italia. La mia non era una squadra ricca. Il nostro spogliatoio era la stanzetta del bigliettaio e la doccia si faceva a casa. Nel ‘66 si gareggiò al campo dell’arsenale che in quel periodo la Marina militare metteva a disposizione. E vincemmo. All’epoca perfino le convocazioni non erano cosa semplice. Il mio allenatore Gilberto Barbieri mi mandava una cartolina postale per avvisarmi delle gare. Oggi basta un messaggio su Whatsapp».

Lo stop e il ritorno

Nel 1971 fu inaugurato il campo scuola al quartiere Salinella ma Stea aveva già smesso i panni dell’atleta per vestire quelli dello studente di storia e filosofia, poi quelli del dirigente di partito, dell’amministratore pubblico e infine dello scrittore di saggi storici, la sua grande passione. «Negli anni più recenti non ero contento della mia forma fisica. Pesavo più di 90 chili. Volevo rimettermi in forma, così mi presentai al campo scuola per iscrivermi a una società e riprendere gli allenamenti. E mi ritrovai davanti Franco Buzzacchino, un ex compagno di squadra con cui avevo corso 40 anni prima. Le prime volte i giovani mi guardavano con diffidenza. Una volta dopo 30 giri di campo uno mi si è avvicinato e mi ha chiesto l’età. Quando hanno saputo che avevo quasi 70 anni hanno iniziato a guardarmi con occhi diversi. E perfino quando ho dovuto affrontare problemi di salute lo sport ha aiutato il corpo a guarire in fretta».

Il sogno

«Accarezzo il sogno di gareggiare sulla nuova pista dello stadio di atletica “Giuseppe Valente” sorto al posto del vecchio malandato campo scuola e pronto per i Giochi del Mediterraneo del 2026», dice Stea. «Negli anni Sessanta del secolo scorso ho gareggiato sulla pista e sulle pedane dello stadio “Mazzola” e del campo “Arsenale” di via Cugini ma non ho potuto gareggiare sulla pista e sulle pedane del vecchio “campo scuola” che fu inaugurato nel 1971 ed io in quel periodo non gareggiavo già più. E quando ho ripreso il campo scuola era messo male. Poi è arrivato il Covid. Ora per fortuna con l’avvicinarsi dei Giochi lo stadio d’atletica è stato inaugurato ed è funzionante. Vorrei ora tanto gareggiare, nella prossima stagione agonistica, sulla pista e sulle pedane di casa.

Le prossime sfide

«Ora sto concludendo la stesura di un nuovo libro su Palagiano e sto lavorando al mio nuovo libro su Taranto», racconta lo scrittore-corridore Stea, che di fermarsi, anche per una pausa, non ha nessuna voglia.

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