«Ha speso per sé i soldi destinati a nostro figlio». Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, trascina in tribunale la sua ex compagna e madre di suo figlio, Claudia Ughi, accusandola di aver utilizzato per altri scopi una parte dei 10mila euro mensili destinati al mantenimento del bambino. L’accusa è di appropriazione indebita e violazione degli obblighi di assistenza familiare. La donna dovrà presentarsi in tribunale dopo che l’allenatore della Vecchia Signora ha presentato una querela.
I due ex coniugi si erano conosciuti a Livorno nel 2003 e, dopo otto anni di convivenza, avevano avuto il loro primo figlio, dopo la bambina che la Ughi aveva avuto da una precedente relazione. Dopo 13 anni, nel 2017, la relazione si era conclusa e si erano aperte le porte del tribunale dove era stato poi sancito l’accordo per il mantenimento che Allegri doveva destinare al piccolo. Dopo aver ottenuto l’affidamento condiviso, il bimbo era andato a vivere a casa della mamma e il mister si era impegnato a versare la quota mensile determinata dal giudice.
Quattro anni dopo, nel gennaio 2021, Allegri aveva chiesto al Tribunale di Torino la riduzione della somma da versare per il figlio (da 10 a 5mila euro mensili), facendo presente di essere «disoccupato» da due anni, dopo l’esonero della Juventus, ed evidenziando come la sua situazione economica e finanziaria fosse cambiata rispetto a quando era stato determinato l’ammontare dell’assegno mensile. Il ricorso era stato respinto sia nel primo sia nel secondo grado di giudizio.
Ora il tecnico bianconero, rappresentato dall’avvocato Pietro Gaetano Nacci Manara, sostiene che la Ughi abbia utilizzato per sé e per pagare le rette universitarie di sua figlia il denaro destinato al mantenimento del figlio 11enne suo e di Allegri. La donna avrebbe anche acquistato un appartamento a Livorno e avrebbe effettuato un investimento finanziario.
Claudia Ughi, difesa dagli avvocati Davide Steccanella e Paolo Davico Bonino, respinge ogni accusa, mentre il fascicolo è già sul tavolo del pm Davide Pretti che, dopo la querela, ha delegato le indagini alla Guardia di finanza. Prossimo round in aula il 5 luglio.