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Dalla Puglia a Valencia, Romanazzi non chiude il suo ristorante: «È dura, ma non ci arrendiamo»

«Non ci arrendiamo. È dura, ma andiamo comunque avanti, offrendo aiuto e regalando il nostro sorriso». Ha deciso di tenere aperta la sua attività nonostante la devastazione, Ivano Romanazzi. Il suo ristorante si trova nel centro di Valencia e, ormai da due anni, è diventato un punto di riferimento non solo per gli italiani che…

«Non ci arrendiamo. È dura, ma andiamo comunque avanti, offrendo aiuto e regalando il nostro sorriso». Ha deciso di tenere aperta la sua attività nonostante la devastazione, Ivano Romanazzi. Il suo ristorante si trova nel centro di Valencia e, ormai da due anni, è diventato un punto di riferimento non solo per gli italiani che vivono in Spagna ma anche per tutti i residenti del quartiere. Originario di Putignano, Romanazzi ha lasciato dieci anni fa la Puglia. Anche la sua famiglia ha poi deciso di seguirlo. E adesso, insieme, si ritrovano a dover fare i conti con la dura realtà di una vera e propria catastrofe che ha stravolto la vita di tutti. «Mi considero fortunato – racconta il giovane ristoratore – perché nel mio locale non si sono verificati particolari problemi ma, a meno di un paio di chilometri da qui, la situazione è drammatica».

La situazione

È ancora presto per quantificare economicamente il prezzo che la comunità di Valencia dovrà pagare per tornare a una seppur apparente normalità. Di sicuro, per il momento, c’è che ora bisogna fare in fretta per evitare che ai danni provocati dall’alluvione si aggiungano quelli che in questi giorni stanno causando veri e propri atti di sciacallaggio. Racconta Romanazzi «l’allerta resta sempre alta bisogna scongiurare il rischio di assalti alle abitazioni e alle attività. La gente è disperata. La paura è tanta». Aggiunge il giovane ristoratore pugliese «i supermercati sono stati svaligiati è quasi impossibile trovare cibo. C’è chi vende confezioni di acqua a 14 euro. Anche per noi sta diventando difficile riuscire a recuperare le materie prime. Molti distributori locali dei nostri prodotti, che arrivano dalla Puglia, hanno perso tutto».

La solidarietà

E così, è scattata una gara di solidarietà per aiutare chi non ha più una casa. «Cuciniamo soprattutto pasta e pizza per loro – racconta Romanazzi – facciamo quello che possiamo per provare a restituire un po’ di normalità al quartiere. Anche per questo abbiamo deciso di restare aperti, sfidando le avversità. Quando ho iniziato qui la mia attività, volevo portare un po’ di Puglia in Spagna. Ora sento che, in qualche modo, devo restituire quello che ho ricevuto in tutti questi anni». La comunità pugliese a Valencia è numerosa. Ci sono attività gestite da persone che arrivano da Bitonto, Casamassima e dalla provincia di Lecce e Foggia, che da molti anni considerano la Spagna la loro seconda casa. «Siamo in contatto costante – dice Romanazzi – e cerchiamo di farci forza per affrontare questo terribile momento. Ma non è facile». Oltre al dolore di chi non ha più una famiglia né una casa, c’è anche la rabbia per quell’allarme che sarebbe arrivato troppo tardi. «Abbiamo ricevuto il messaggio di allerta quando interi quartieri erano già stati distrutti», dice il ristoratore pugliese.

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