L’idea di un esponente della società civile come candidato alla presidenza della Puglia non scalda i cuori di buona parte del centrodestra. A cominciare da molti militanti di Fratelli d’Italia che, in vista delle regionali del 2025 o 2026, temono che si riproponga lo stesso copione andato in scena alle recenti comunali baresi: coalizione in bambola, a lungo indecisa tra candidato politico e candidato civico, poi costretta a puntare su un nome non sufficientemente forte e infine sconfitta pesantemente dal centrosinistra.
Lo scenario
Sembra scontato che a esprimere il candidato alla presidenza della Puglia debba essere Fratelli d’Italia che, nei mesi scorsi, ha già rinunciato a indicare il nome dell’aspirante sindaco a Brindisi, Barletta, Foggia e infine Bari. O, almeno, così vorrebbe gran parte dei militanti. Il motivo è presto detto: il partito di maggioranza relativa nel Parlamento nazionale, capace di riscuotere il 28,8% dei consensi alle ultime elezioni europee, non può abbandonare la corsa per la Regione Puglia prima ancora che questa sia cominciata. Il problema è l’indisponibilità dei big, visto che la premier Giorgia Meloni non ha intenzione di privarsi del sottosegretario Alfredo Mantovano e che il ministro Raffaele Fitto è proiettato addirittura verso la vicepresidenza della Commissione europea. A ciò si aggiungono la bufera che ha recentemente travolto il sottosegretario Marcello Gemmato e la scarsa consistenza elettorale del senatore Filippo Melchiorre.
L’idea del civico
Perciò, nei giorni scorsi, si è fatta strada l’ipotesi del candidato civico. Qualcuno aveva pensato a un uomo dello spettacolo o, comunque, a un volto particolarmente noto ai pugliesi, sebbene non espressione di uno dei partiti del centrodestra. L’idea è piaciuta a molti fedelissimi di Gemmato, ormai in evidente difficoltà all’interno del partito, e a qualche esponente di Lega e Forza Italia. Ma ora, nel partito della premier Giorgia Meloni, sono molti a contestare questa prospettiva. Secondo molti, candidare un civico alla presidenza della Regione equivarrebbe ad ammettere incapacità e inferiorità di fronte al centrosinistra; di conseguenza, il partito dovrebbe dimostrarsi capace di esprimere una candidatura autorevole e credibile. Al momento, l’unico che vanta consenso e classe dirigente è il ministro Raffaele Fitto che potrebbe lanciare il suo fedelissimo Francesco Ventola, oggi eurodeputato; l’alternativa è il deputato berlusconiano Andrea Caroppo. Il timore dei militanti meloniani, però, è che si perda altro tempo prezioso: il rischio è di fare il bis di Bari, costringendo il Romito di turno a bere l’amaro calice di una campagna elettorale persa in partenza. Di qui il pressing per un confronto ampio e la rapida di scelta di un nome che sia espressione di Fratelli d’Italia.