Si nascondeva in un palazzo nel centro di Bari il 50enne che nel gennaio del 2020 a Bibbiano (in provincia di Reggio Emilia) aveva tentato di soffocare la moglie nel sonno con un cuscino dopo la fine della relazione con la donna.
L’uomo, era stato condannato alla pena di quattro anni e otto mesi di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, ma dopo il periodo di custodia cautelare agli arresti domiciliari si era reso latitante. Fino a martedì scorso quando è stato intercettato nel capoluogo pugliese e arrestato.
L’aggressione e l’intervento del figlio minorenne
Nel gennaio del 2020 fu il figlio minorenne a salvare la madre riuscendo a fermare il padre e lanciando l’allarme. L’uomo fu arrestato dai carabinieri e posto ai domiciliari dove è rimasto fino al 2021 e da cui, il 19 agosto di quell’anno, era fuggito facendo perdere le proprie tracce.
L’iter giudiziario è proseguito con la sentenza di condanna emessa nel marzo del 2022 e diventata definitiva a giugno dello stesso anno ma il provvedimento di carcerazione emesso il 10 settembre del 2022 dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia non poteva essere eseguito poiché l’uomo si era reso latitante.
Trovato a Bari
L’altra mattina la fine della sua latitanza. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia, che all’indomani della sua fuga avevano avviato una mirata attività di ricerca, lo hanno localizzato e arrestato nel centro di Bari.
Negli ultimi mesi i carabinieri del nucleo investigativo si erano concentrati sulle persone vicine al 50enne e così, nei giorni scorsi, dopo aver pedinato un suo parente che saliva su un treno dalla stazione di Reggio Emilia e scendeva a Bari, sono arrivati in un quartiere popolare del centro del capoluogo pugliese.
Qui, i militari del nucleo investigativo di Reggio Emilia unitamente ai colleghi baresi, hanno posto in essere un servizio di osservazione che è durato qualche giorno, finché, il 29 ottobre scorso dopo le 7 di mattina, hanno notato uscire dal palazzo un uomo il cui aspetto corrispondeva a quello del latitante. Agli investigatori è bastato chiamarlo per nome per far sì che il 50enne si fermasse e compreso che si trattava dei carabinieri l’uomo avrebbe risposto, testualmente, «mi avete tolto un peso».
Accertata l’identità, l’uomo è stato condotto nella sede del comando provinciale dei carabinieri e arrestato.