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Festival delle Regioni, Calderoli: «Autonomia? Si mettano da parte le ideologie, garantiremo i diritti»

«Al di là che piaccia o no, che ci sia o no un'autonomia, garantire i livelli concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti a tutto il territorio nazionale è un obbligo di diritto». È quanto ha assicurato il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, nel corso del suo…

«Al di là che piaccia o no, che ci sia o no un’autonomia, garantire i livelli concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti a tutto il territorio nazionale è un obbligo di diritto». È quanto ha assicurato il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, nel corso del suo intervento al Festival delle Regioni in corso a Bari.

«Nel momento in cui avremo un parametro di riferimento» sui livelli essenziali delle prestazioni, «si spera entro fine anno – ha aggiunto il ministro -, allora veramente quell’azzerare le distanze e metterci vicini sarà una cosa possibile e una vittoria della democrazia e dei diritti di cui tutti devono avere diritto».

Calderoli ha aggiunto che «i tecnici del ministero stanno trasponendo la relazione del Clep in altrettanti atti amministrativi, il Clep sta individuando la metodologia per l’individuazione dei livelli ma anche i relativi costi e fabbisogni standard. Dopodiché il governo – ha precisato – ha individuato la strada del decreto legislativo per la definizione dei Lep per un maggiore coinvolgimento del Parlamento. È un lavoro grosso in un campo inesplorato. È da 23 anni che la definizione dei livelli essenziali è rimasta all’anno zero».

L’autonomia differenziata, ha proseguito il ministro parlando con i giornalisti, «non può essere buona se alla guida del governo c’è il centrosinistra e cattiva se c’è il centrodestra. A fronte di problemi per il paese e possibilità di sviluppo del Paese, credo che le ideologie di destra e sinistra devono essere messe da parte».

Calderoli ha infine precisato che «ho iniziato il mio mandato e, sulle quindici regioni a statuto ordinario, 14 avevano richiesto delle forme differenziate di autonomia. Mancava l’Abruzzo, e l’Abruzzo l’ha sollecitato un’autonomia rispetto alle scuole di montagna, alla sanità di montagna, quindi con questo si completa tutto», ha concluso.

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