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Migranti in Albania, il Governo tira dritto: «Nessuno stop ai trasferimenti»

Sono in salute ma provati dall’esperienza i 12 migranti che sabato pomeriggio sono stati trasferiti dal centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania, al Cara del capoluogo pugliese. Nella mattinata di ieri il deputato del Pd Marco Lacarra si è recato nel centro di accoglienza per verificare le condizioni dei profughi,…

Sono in salute ma provati dall’esperienza i 12 migranti che sabato pomeriggio sono stati trasferiti dal centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania, al Cara del capoluogo pugliese. Nella mattinata di ieri il deputato del Pd Marco Lacarra si è recato nel centro di accoglienza per verificare le condizioni dei profughi, sette bengalesi e cinque egiziani, tornati in Italia a seguito del pronunciamento della sezione immigrazione del tribunale di Roma che non ha convalidato il loro trattenimento nel Paese delle Aquile.

Il sopralluogo

Difficoltà sono state riscontrate in merito all’assistenza legale: i migranti hanno infatti quattordici giorni di tempo per poter presentare il ricorso contro il respingimento della richiesta di asilo, ma non riuscivano a mettersi in contatto con i legali. Non avevano la sim, ma la direttrice è stata collaborativa e gentilmente ha fornito le schede. Il mediatore li ha quindi messi in contatto con gli avvocati. «Solo nel pomeriggio di ieri sono riuscito a parlare con il mio assistito trasferito dall’Albania al Cara di Bari – ha spiegato Gennaro Santoro, legale dei uno dei dodici migranti – E per avere riconosciuto questo diritto ho dovuto fare reclamo ai garanti, inviare numerose pec al ministero dell’Interno, chiedere ai parlamentari di intervenire. Continuano a mettere ostacoli a diritti costituzionali nella speranza di non far presentare ricorso al tribunale contro il diniego dell’asilo politico. Perché sanno che il rigetto della commissione è illegittimo. E temono di perdere anche questa volta. Perché l’intera normativa sulle procedure accelerate è incostituzionale e contraria ai principi dell’Unione Europea. Contro la loro propaganda noi abbiamo la Costituzione».

Il Consiglio dei ministri

Intanto il Governo ha dichiarato di non avere nessuna intenzione di retrocedere sul trasferimento dei migranti in Albania. Nella giornata di oggi dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri un decreto legge per cercare di risolvere giuridicamente il problema. La strada sembra essere quella di rendere norma primaria l’indicazione dei Paesi sicuri e non più secondaria, come è invece il decreto del ministro degli Esteri con cui finora è stato annualmente aggiornato l’elenco. Tra le ipotesi c’è anche quella di rendere appellabili le ordinanze dei giudici in modo da bloccarne l’effetto. Su tutta la questione pende in ogni caso la sentenza della Corte di giustizia europea dello scorso 4 ottobre che stabilisce come non si possono rimpatriare migranti provenienti da Paesi non sicuri e che nel contempo ha contestato le generalizzazioni degli elenchi ritenendo che la nozione di Paese sicuro necessità di una specificazione caso per caso: un Paese può ad esempio essere non sicuro in alcune zone e per alcune categorie di persone, come gli omosessuali.

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