Trascorso il primo weekend dall’entrata in vigore dell’ordinanza del sindaco Leccese nel quartiere Umbertino di Bari, è già possibile tirare le prime somme. Il vero banco di prova, però, saranno le prossime settimane, quando tutte le attività commerciali avranno avuto tempo di organizzarsi e adeguarsi alle nuove norme. Dalla mezzanotte di giovedì 17 ottobre (e fino al 4 dicembre) è attivo il provvedimento sperimentale che vieta, tra le altre cose, la somministrazione e l’asporto di cibo e bevande dalle 23 alle 7, dalla domenica al mercoledì, e dalle 24 alle 7, dal giovedì al sabato. Ma se nelle prime 24 ore di entrata in vigore le forze dell’ordine hanno supervisionato la zona e verificato che le nuove regole venissero rispettate, com’è andata nei giorni successivi e nel fine settimana?
Il primo weekend
«È ancora presto. Al momento, parlando con i ristoratori, non tutti hanno compreso le norme. E anche la Polizia locale non era completamente informata sui nuovi orari – ha spiegato Mauro Gargano, presidente del Comitato per la salvaguardia dell’Umbertino – però si nota un certo miglioramento». Tutte quelle attività che già risultavano in regola, sembra abbiano osservato anche le nuove disposizioni, mentre altri devono ancora adeguarsi al provvedimento. «La prima settimana è sperimentale, noi ci proponiamo di fare una valutazione quando andrà a regime», aggiunge Gargano.
Regole più restrittive che si sono rese necessarie dopo le continue denunce dei residenti del quartiere, stanchi dei disagi causati dalla concentrazione di centinaia di persone che ogni giorno affollano la zona, specie nelle ore notturne. Musica alta, rumori e schiamazzi che da anni tolgono il sonno a chi abita nelle vicinanze dei locali. «Va metabolizzato questo provvedimento, sia dagli avventori che dai ristoratori».
I problemi nell’Umbertino
«È difficile sradicare le abitudini in poco tempo, ma ci auguriamo che monitorando la situazione, e con i dovuti controlli, le cose cambieranno» commenta ancora Gargano, sottolineando come, nei giorni scorsi, nonostante la presenza degli agenti su largo Adua una decina di motorini erano parcheggiati all’interno del giardino. «Se oltre all’Annona ci fossero anche quei controlli della Polizia locale che avevamo chiesto – sottolinea ancora – probabilmente questo malcostume non ci sarebbe stato». Presidi che servirebbero a limitare nell’Umbertino il problema, più volte denunciato, dello spaccio. Un fenomeno in crescita e «già segnalato dalla Dia al Parlamento nella relazione semestrale». Alla base di tutti i disagi, però, ci sarebbe la concentrazione di troppe attività in un’unica zona, che dal 2017 sono più che raddoppiate superando i 70 locali.
«Il problema è alla fonte: non andava consentita l’apertura di tutti questi esercizi – spiega Gargano – Come farlo? Con l’istituzione delle zone di tutela. Noi abbiamo chiesto al sindaco, proprio per evitare che ciò si aggravi, un’ordinanza per bloccare gli insediamenti di nuove attività. La situazione, però, sta migliorando. Se ci fossero opportuni controlli, come prevede l’ordinanza, forse qualcosa in più si farebbe».