«Se nel 2024 un soggetto con 15 anni di carriera professionistica nel calcio alle spalle, mai coinvolto in vicende scabrose, d’incanto si trova oggetto di un’indagine per un articolo di giornale, tutti noi dovremmo essere indotti ad una riflessione». Nicola Bellomo passa al contrattacco. Lo fa per bocca dei suoi avvocati, Michele Floro e Andrea Melpignano, che ieri hanno convocato una ristrettissima conferenza stampa per commentare l’esito positivo del procedimento aperto dalla Procura federale della Figc a carico del trequartista del Bari, scagionato da ogni ipotesi di illecito sportivo.
La vicenda riguarda l’espulsione del 33enne barese al 78’ di Ternana-Bari, gara 2 dei playout di Serie B, vinta lo scorso 23 maggio 3-0 dai biancorossi, e un presunto flusso di scommesse (effettuate su circuiti legali) sul cartellino rosso del giocatore, tra l’altro non impiegato in quella partita. «Nessuna fattispecie di rilievo disciplinare è imputabile al calciatore»: così la Procura Federale, lo scorso 10 ottobre, ha motivato l’archiviazione del caso. Una posizione chiarissima, che oggi ha indotto Bellomo a togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Le «perplessità» evidenziate dai legali del numero 10 biancorosso riguardano la gestione complessiva del caso, dal punto di vista giornalistico e procedurale: «L’indagine non è partita da una denuncia corredata di prove documentali, come accade in casi simili, ma in conseguenza di un articolo di stampa fondato su delle presunzioni, come accadeva ai tempi dell’Inquisizione spagnola». I legali del calciatore originario di Bari vecchia contestano la leggerezza con la quale «senza alcun problema il caso Bellomo è stato accomunato a vicende diverse, come quelle di Tonali o Fagioli, rei confessi con problemi di ludopatia».
Il Bari, scelta di vita
Floro: «Nicola ha un altro anno di contratto, ha fatto una scelta di vita tornando a Bari, dove ha aperto anche un’attività commerciale. La notizia uscita alla fine della scorsa stagione gli ha creato problemi sia per un eventuale rinnovo con il Bari, sia per eventuali altri approcci da parte di altre squadre che avrebbero potuto cercarlo. Al livello umano e familiare il calciatore ha subito frustrazioni incredibili, avendo sua moglie al quinto mese di gravidanza, in un contesto urbano dove la stampa lo aveva già condannato».
C’è poi il capitolo del campo, vissuto ai margini da Bellomo: «Non posso avere la certezza che tutto questo abbia inciso sul suo rendimento, ma possiamo dirvi che Nicola non era ovviamente sereno. Andare in ritiro, cominciando la stagione con una situazione del genere ancora aperta non è stato d’aiuto, a prescindere dalle scelte tecniche». I legali hanno quindi ringraziato la SSC Bari, il presidente De Laurentiis e i compagni di squadra per la sensibilità e la vicinanza dimostrate a Bellomo durante gli ultimi 5 mesi.