È stato l’eroe di Italia ’90, il simbolo di quelle ‘Notti Magiche’ rimaste nel cuore e nella memoria di milioni di tifosi azzurri e di quella canzone passata alla storia “Un’estate italiana” di Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Il mondo del calcio piange da ieri Salvatore ‘Totò’ Schillaci, scomparso prematuramente all’età di 59 anni.
Raggiunse l’apice della carriera in occasione del Mondiale del 1990, laureandosi capocannoniere con sei reti e trascinando l’Italia sino alla semifinale persa ai rigori con l’Argentina. Al San Nicola nella ‘finalina’ tra Italia e Inghilterra, quel gesto da libro cuore che non si vede più da nessun altra parte, il “divin Codino” Roberto Baggio (che già aveva segnato al 72esimo) gli cede il pallone e dal dischetto ci va Totò che implacabile con la rabbia agonistica e l’istinto del killer che aveva sotto rete, trasforma al minuto 86 battendo Shilton, il portiere dei Tre Leoni.
Per ricordare il campione ed esempio anche di umiltà, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, commentarne a livello sportivo le sue gesta, in sua memoria verrà osservato un minuto di raccoglimento prima delle gare di tutti i campionati in programma da oggi a tutto il fine settimana. Una carriera la sua con i fiocchi, con esperienze tv a programmi sportivi e non solo e due esperienze da attore in “Amore, bugie & calcetto” e nella vesti di un boss mafioso in “Squadra -Antimafia -Palermo Oggi” oltre ad aver pubblicato una sua autobiografia, “Il gol è tutto” scritto assieme a Andrea Mercurio e ad altre partecipazioni in talk show e in un cameo.
Il numero 1 della Figc, Gravina
Il numero uno della Figc, Gabriele Gravina, nativo di Castellaneta ha omaggiato così il campione siciliano, orgoglio nazionale: «Le esultanze incontenibili, nelle quali il suo volto era simbolo di gioia condivisa, resteranno per sempre patrimonio comune del calcio italiano. Totò è stato un grande calciatore, simbolo tenace di volontà e di riscatto, ha saputo emozionare i tifosi azzurri perché il suo calcio sapeva di passione. E proprio questo spirito indomito lo ha fatto apprezzare da tutti e lo renderà immortale”». Con la nazionale ha collezionato 16 presenze e 18 convocazioni, condite da sette gol, con il primo all’Austria, scelto e fortemente voluto dal ct, Azeglio Vicini. Tra l’altro Schillaci con la maglia della Nazionale in gare casalinghe segnò proprio al San Nicola la sua ultima rete, prima di realizzare l’ultima definitiva ma fuori casa il 5 giugno del 1991.
Giovanni Loseto omaggia Totò
Col Bari Totò aveva un rapporto speciale, nel senso lato del termine in quanto i biancorossi erano una delle sue vittime preferite, dai tempi del Messina, segnando anche con la maglia della Juventus per un totale di cinque reti, di cui la prima il 28 agosto 1985 con la maglia dei siciliani. La bandiera Giovanni Loseto lo ha marcato tante volte, intervenuto telefonicamente ci ha detto: «L’ho marcato diverse volte contro il Messina e la Juve; era un rompiscatole, scattava, non stava mai fermo. Noi giocavamo a uomo e lo marcavo io. Era bravissimo tecnicamente; marcare Totò è stato davvero difficile. L’Italia perde un campione, Totò Schillaci».
Il ricordo di Giorgio De Trizio
Un altro capitano biancorosso che lo ha solamente incrociato al Messina, perché Totò andò alla Juve, è il barese Giorgio De Trizio: «Mi ricordo soprattutto quando giocava a Messina e già si vedeva che aveva la qualità di un giocatore di categoria superiore, tanto è che poi ha giocato nella Juve ed è stato capocannoniere a Italia ‘90. Era un calciatore rapido e veloce, ma era soprattutto una persona leale e onesta, anche quando lo ho affrontato da avversario. Non ho mai visto da parte sua un fallo di reazione anche se nella sua carriera di botte ne ha prese. Mi dispiace molto perché va via un pezzo del calcio italiano e soprattutto una persona per bene».