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Materiale scolastico, Martucci (Alisa): «Chi recupera diventa un produttore» – L’INTERVISTA

«Con l’aumento dei costi dei materiali e la diminuzione progressiva delle materie prime, sta cambiando la mentalità e ci sono tante aziende che stanno risolvendo questo problema attraverso il recupero». A tracciare un quadro della situazione è Susanna Martucci, Ceo e Founder di Alisea, azienda che trasforma gli scarti industriali in prodotti innovativi, ispirando comportamenti…

«Con l’aumento dei costi dei materiali e la diminuzione progressiva delle materie prime, sta cambiando la mentalità e ci sono tante aziende che stanno risolvendo questo problema attraverso il recupero». A tracciare un quadro della situazione è Susanna Martucci, Ceo e Founder di Alisea, azienda che trasforma gli scarti industriali in prodotti innovativi, ispirando comportamenti positivi attraverso il design.

Come nasce la vostra realtà?

«Ho fondato la Alisea ben 30 anni fa con lo scopo di aumentare la vita dei materiali che derivano dallo scarto della produzione industriale, raccogliendoli e andando a riprogettare il materiale per farne degli oggetti di design inediti e di uso comune. È un meccanismo uguale a quello messo in campo da chi si occupa di prodotti tecnologici rigenerati. Ci sono molti materiali che, grazie all’ausilio delle nuove tecniche di recupero, possono rinascere. Spesso parliamo di oggetti con danni minimi o ammaccature, non più vendibili ma perfettamente funzionanti».

Come mai questo cambio di passo nell’industria?

«Oggi, con l’aumento dei costi dei materiali e la diminuzione progressiva delle materie prime (pensiamo alle terre rare usate nei dispositivi tecnologici), sta cambiando la mentalità e ci sono tante aziende che, grazie ai nuovi sviluppi tecnologici, hanno risolto questo problema attraverso il ricondizionamento di Pc e telefonini. Questa tendenza non dipende solo dai costi minori che possono avere materiali e dispositivi recuperati sul mercato. Per quanto riguarda il mondo della scuola e della formazione, diventa un discorso di democratizzazione dell’uso della tecnologia. Oggi le scuole invitano a usare per la didattica tablet e computer, ma non tutte le famiglie possono sostenere i costi. È assurdo pensare che questa tendenza sia appannaggio solo delle multinazionali e che, per esempio, non venga aperta a una produzione italiana e ad aziende Made in Italy che sono in grado di recuperare materiali e dispositivi. In questo modo chi si occupa di ricondizionato può diventare un vero e proprio produttore del tablet o del pc in questione. Noi di Alisea, ad esempio, siamo conosciuti per il recupero della grafite: è un materiale nobile con proprietà chimico fisiche uniche ed è molto usato in vari ambiti tecnici. Siamo riusciti a trovare e brevettare un sistema con cui recuperiamo tonnellate di polvere per fare un nuovo materiale che ha caratteristiche addirittura superiore alla grafite di base. Questo fa di noi dei produttori in Italia di grafite, ma non in senso classico. Qui sta la differenza. Oltre, infine, alla sostenibilità ambientale e sociale che un’azienda tutta italiana può garantire».

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