Chiamiamola pure “operazione nostalgia”, nel segno del grande cinema. In Puglia la fondazione Apulia Film Commission ha infatti annunciato l’avvio di “Cinema Addiction”, una rassegna cinematografica che proietterà grandi classici e capolavori contemporanei in diverse città della regione. L’iniziativa, che si avvale della collaborazione di esperti e critici cinematografici, si propone di far riscoprire al pubblico la magia del grande schermo e di stimolare un confronto attivo intorno alle opere proposte. “Cinema Addiction” non è solo una rassegna, ma un vero e proprio percorso culturale che vuole coinvolgere una fetta di pubblico ampia, dai cinefili più esigenti ai semplici appassionati.
Tra l’amore e l’America
La prima parte della rassegna si articolerà in due sezioni tematiche: “La parola amore esiste” e “Sogno Americano”. La prima sezione, ispirata al titolo di un film di Mimmo Calopestri, esplorerà le diverse sfaccettature dell’amore attraverso le opere di grandi maestri come Jean-Luc Godard, Valerio Zurlini e Krzysztof Kieslowski. La seconda sezione, invece, si concentrerà sul mito del sogno americano, analizzandone l’evoluzione nel corso del tempo attraverso film cult come “M.A.S.H.” di Robert Altman e “Crash” di David Cronenberg.
Un’esperienza immersiva
Le proiezioni si terranno in contemporanea nei cineporti Bari, Foggia e Lecce (Taranto seguirà una diversa programmazione) e tutti i film saranno proiettati in lingua originale – con sottotitoli in italiano – per un’esperienza cinematografica autentica. L’ingresso è gratuito, ma è consigliata la prenotazione.
I primi appuntamenti
Due registi, due geni, due capolavori. Si parte il 24 ottobre con “Le Mepris” (“Il disprezzo” 1963) di Jean-Luc Godard, uno dei capolavori della Nouvelle Vague, il movimento cinematografico francese degli anni ‘60 che ha rivoluzionato il modo di fare cinema. Secondo appuntamento poi il 31 ottobre con Alain Delon, bello e dannato, ne “La prima notte di quiete” (1972) di Valerio Zurlini. In una Rimini aspra e invernale, un Delon avvolto nel suo cappotto cammello, dà vita a uno dei personaggi più fascinosi della sua carriera. Una riflessione disillusa sulla decadenza dei valori, in un mondo prigioniero dell’abulia esistenziale.