A oltre sette anni dal ritrovamento del corpo di Malgorzata Szlezak, uccisa dal suo compagno all’età di 50 anni, celebrati a Bari i funerali della donna senza fissa dimora che in Italia si faceva chiamare Margherita.
Il corpo della donna fu trovato nell’edificio in disuso che ospitava le ex acciaierie Scianatico di Bari il 10 maggio del 2017. Il cadavere era completamente scheletrito, coperto da assi e cassette di legno, quasi a formare una bara. Furono l’esame autoptico e i risultati di genetica forense a fornire indicazioni sulla data del decesso, avvenuto nel mese di giugno del 2012, e a dare un nome e un cognome alla donna.
Il 23 dicembre 2019, a seguito di un’articolata attività d’indagine, i poliziotti della squadra mobile della Questura di Bari, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, arrestarono il presunto autore dell’omicidio, oggi 58enne, poi condannato per i reati di omicidio aggravato, riduzione in schiavitù, occultamento e vilipendio di cadavere.
Chiusa l’indagine, la polizia di Stato si è preoccupata dei resti della povera Margherita, rimasti custoditi nell’istituto di Medicina legale di Bari.
Dalle interlocuzioni con l’Ambasciata di Polonia in Italia, si è appreso che non vi erano parenti di Margherita, nel paese d’origine, a reclamarne i resti e, grazie alla collaborazione con Comune di Bari, Caritas, Comunità di Sant’Egidio e Associazione Incontra, questa mattina è stato celebrato il rito funebre e i resti della donna sono stati inumati nel Cimitero di Bari.
L’iniziativa, spiegano dalla polizia, nasce dalla volontà di «assicurare una degna sepoltura alla donna».