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Malamovida, i giovani baresi non ci stanno: «Noi colpevolizzati per colpa di pochi»

Resta alta l’attenzione sul fenomeno della mala movida, che da settimane occupa le cronache mediatiche e il dibattito pubblico. In attesa che il sindaco Vito Leccese emani l’ordinanza per governare la vita notturna della città, con nuove regole per locali e avventori, sul caso è intervenuto anche il laboratorio politico e spazio di aggregazione giovanile…

Resta alta l’attenzione sul fenomeno della mala movida, che da settimane occupa le cronache mediatiche e il dibattito pubblico. In attesa che il sindaco Vito Leccese emani l’ordinanza per governare la vita notturna della città, con nuove regole per locali e avventori, sul caso è intervenuto anche il laboratorio politico e spazio di aggregazione giovanile barese Zona Franka.

«Accogliamo la volontà del Comune di confrontarsi con il mondo studentesco e giovanile per parlare di socialità e aggregazione nella nostra città e di aver istituito una delega apposita per farlo, ma non condividiamo assolutamente l’approccio paternalista, superficiale e insufficiente adottato dall’amministrazione comunale, su questo tema rappresentata dal Consigliere delegato Leonetti, verso coloro che della “movida” sono l’ultimo terminale, spesso noi giovani e studenti», scrivono in una lunga riflessione sui loro canali social. E sull’approccio dell’amministrazione al tema aggiungono: «Ci lascia perplessi la scelta di Vito Leccese di istituire questa delega alla vita notturna e sopprimere l’Assessorato alle Politiche Giovanili, limitando ogni possibile progetto futuro e relegando la questione giovanile al solo approccio che la valuta come un problema da risolvere e non come una risorsa da far emergere».

Le criticità

Da più parti i “giovani” sono stati additati come i colpevoli principali del disturbo della quiete e del riposo dei residenti nelle zone più frequentate della città. I componenti di Zona Franka ammettono che «occorre mediare tra il diritto al riposo e il diritto alla socialità», ma «la soluzione non può essere cacciare i giovani dalle strade. Gli stessi giovani ai quali si chiedono cifre enormi per vivere in città e sulla cui condizione si specula creando fonti ingenti di rendita e profitto per i soliti pochi».

Da qui la possibile soluzione. «Promuovere una co-gestione degli spazi pubblici e della programmazione di eventi e rassegne con le associazioni, superando gli ostacoli economici e burocratici può essere uno degli strumenti per valorizzare più zone cittadine e per programmazioni ad hoc per la comunità studentesca, integrando nel tessuto sociale le decine di migliaia di studenti presenti in città e avvicinando Bari al progetto di città studentesca: siamo convinti che siano maturi i tempi per riconoscere la giusta centralità alla crescita dei soggetti in formazione garantendo accesso gratuito e agevolato a spazi ed eventi culturali. Cinema, teatri, musei, pinacoteche ad accesso libero o fortemente ridotto associato al riconoscimento dello status di studente, come già avviene in molti paesi europei».

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