Inizia ad avere i connotati di una guerra senza quartiere la polemica che infuria tra le fila dem, dopo che i tre consiglieri comunali del Pd si sono dimessi, insieme all’opposizione, mettendo fine al secondo mandato del sindaco di Massafra Fabrizio Quarto.
Ben dieci sindaci di Comuni del Tarantino, amministrati dal centrosinistra, Gianfranco Palmisano, Onofrio di Cillo, Francesco Leo, Gianni di Pippa, Gregorio Pecoraro, Giuseppe Fischetti, Antonio Cardea, Ciro D’Alò, Domiziano Lasigna e Mino Fabbiano, hanno pubblicamente espresso solidarietà e vicinanza a Quarto, rimarcando «l’incredulità di fronte al perpetrarsi di comportamenti del tutto estranei alla normale e democratica dialettica a cui dovrebbero uniformarsi i comportamenti dei rappresentanti del popolo in seno alle istituzioni». Per i dieci sindaci, si è trattato di un atto di «assoluta assenza di responsabilità» da parte del Pd massafrese, nei confronti dei quali si chiedono ora azioni da parte del partito.
I panni sporchi
«Del Pd si occupano gli iscritti al Pd», risponde secca la vicepresidente regionale dei dem Francesca Viggiano. «É sicuramente comprensibile che dei sindaci esprimano solidarietà ad un altro sindaco. Meno la valutazione della condotta dei consiglieri comunali. Ogni amministrazione ha dinamiche difficilmente leggibili dall’esterno».
Il caso è politico
Sul caso interviene anche il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio, che invita i vertici provinciali e regionali ad una seria e profonda riflessione e a dare un segnale forte. «Lo strappo si è consumato in piena autonomia, senza alcuna consultazione degli organi di partito. Si ripete il prevalere di scelte personali che si discostano dalla linea del partito e della coalizione di centrosinistra». A lui risponde il segretario Pd di Massafra, ed ormai ex capogruppo Francesco Cacciapaglia, che parla di «due pesi e due misure», sottolineando che Di Gregorio mesi addietro si è speso per far cadere l’amministrazione Melucci a Taranto.