La decisione della giudice del tribunale di Brindisi che ha evidenziato presunti profili di incostituzionalità nel decreto Piantedosi rimettendo gli atti alla Corte costituzionale arriva «in un momento storico importante, alla luce dei nuovi decreti che arrivano a inasprire ulteriormente quelle che sono le misure messe in atto dal decreto Piantedosi, andando praticamente a rendere impossibile l’operato di chi come noi cerca di salvare vite umane».
Lo ha detto Giorgia Girometti, responsabile comunicazione delle operazioni di Sos Mediterranee, nel corso di una conferenza stampa convocata a Roma a seguito della decisione della giudice Marra di Brindisi sul decreto legge firmato del ministro dell’Interno che regola la gestione dei soccorsi in mare.
«Finalmente sarà la Corte costituzionale a valutare la legittimità di questo decreto», ha detto l’avvocato di Sos Mediteranee, Francesco Cancellaro, anch’egli presente alla conferenza stampa insieme al collega Dario Belluccio e a Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci nazionale.
La decisione della giudice Roberta Marra è giunta nell’ambito del procedimento sul ricorso contro il fermo della Ocean Viking di Sos Mediterranee, disposto il 9 febbraio a Brindisi dalla Guardia costiera per presunte violazioni del decreto.
«L’ordinanza va a colpire molti aspetti del decreto, in qualche modo il suo impianto, e ci dà la possibilità di dire – ha aggiunto Cancellaro – che è vero che c’è una discrezionalità del legislatore, ma ci sono dei binari che non possono essere superati, neanche dal legislatore».
Belluccio ha evidenziato che si tratta di una «fondamentale ordinanza quella del tribunale di Brindisi. È evidente che non può continuare» ad esserci «una produzione normativa che criminalizza un’attività dovuta, svolta senza scopi di lucro e che ha come unico scopo di salvare le vite in mare».