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Case di lusso, Rolex, yacht: resta allo Stato il tesoro di Vitino l’Enèl

Niente da fare: restano nel patrimonio pubblico i lussuosi appartamenti a Londra, Bari e Foggia, auto, moto, imbarcazioni, sale scommesse, conti correnti, orologi (tra i quali 4 Rolex del valore di decine di migliaia di euro), 50 borse di marche di lusso come Chanel, Hermes e Louis Vuitton, gioielli con pietre preziose. Ma anche le…

Niente da fare: restano nel patrimonio pubblico i lussuosi appartamenti a Londra, Bari e Foggia, auto, moto, imbarcazioni, sale scommesse, conti correnti, orologi (tra i quali 4 Rolex del valore di decine di migliaia di euro), 50 borse di marche di lusso come Chanel, Hermes e Louis Vuitton, gioielli con pietre preziose. Ma anche le 16 società con sede in Italia e all’estero, a Malta, Curacao, Isole Vergini e Seychelles.

Il tesoro sotto sigilli

Il tesoro della famiglia Martiradonna (e di Tommy Parisi), confiscato nel dicembre 2019 a seguito di patteggiamento (e passato in giudicato nel 2021) non tornerà nelle disponibilità di Vito Martiradonna, detto Vitino l’Enèl, Michele e Mariano Martiradonna, Michele Buontempo, Giovanni Paolo Memola e Mariella Franchini, assistiti dagli avvocati Dario Vannetiello e Teodoro Reppucci. Lo ha deciso la giudice del tribunale di Bari, Rosa Caramia, respingendo l’istanza fatta con il mezzo dell’incidente di esecuzione. I legali avevano eccepito che il patteggiamento fosse viziato da un errore e dunque sostenevano che la sentenza fosse illegale.

La decisione

Per la giudice dell’esecuzione, però, il patteggiamento era stato emesso anche per reati diversi da quelli tributari (per i quali era stata contestata la sentenza), per i quali «nessun vizio sarebbe neanche astrattamente ipotizzabile». E comunque, fa presente, «pur volendosi ritenere illegale la pena applicata con il patteggiamento, comunque tale nullità avrebbe dovuto essere dedotta dinanzi alla Corte di Cassazione nel giudizio di merito».

E, dopo aver elencato la giurisprudenza relativa al caso, la giudice Caramia conclude: «Rilevato che le questioni dedotte con riferimento alla confisca riguardano questioni di merito e valutative che non possono avere accesso in sede esecutiva, rigetta l’istanza».

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