Caronte in questi giorni avvampa il nostro Paese con afa e caldo insopportabili, eppure anche senza la sua presenza, il clima politico è a dir poco incandescente.
L’estate infatti, quest’anno ha portato in dote una storica scissione: quella del Movimento Cinque Stelle. Conte da un a parte a reggere il simbolo, Di Maio dall’altra a tenere in piedi il Governo Draghi. Tutto e il contrario di tutto. Da “uno vale uno” a “uno non vale l’altro”; da “l’Italia e gli italiani prima di tutto” a “siamo europeisti ed atlantisti”. Insomma, un pout pourri di slogan e frasi fatte che stanno letteralmente sciogliendo quel po’ di gesso che teneva in piedi l’immagine della classe politica di fronte agli occhi di noi cittadine e cittadini. Di certo non è per sentire questi proclami minimi che paghiamo Camera e Senato.
A cosa serve la Politica se si riduce a beghe interne tra partitini sempre più piccoli e frammentati? Cosa ne pensano i parlamentari del Sud che, giova ripeterlo, continua ad essere snobbato e calpestato da interessi che arrivano -è il caso di dirlo- dall’alto? Quand’è che si siederanno a un tavolo e finalmente proveranno a far partire la decontribuzione sul Lavoro? Nessuno tocchi la Nato, per carità, ma qualcuno dia un’occhiata agli albi delle Camere di Commercio con sempre più aziende che chiudono; con operaie ed operai che -a causa dell’inflazione e degli aumenti- già a metà mese non hanno neanche i soldi per mettere la benzina per andare a lavorare. Un Paese in liquidazione, il nostro.
A meno che – whatever it takes – lo scopo non sia proprio quello di azzopparci. Presidente Draghi, plachi le fiamme, e butti un grido: si faccia sentire!
Bentornato,
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