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Centrale di Cerano a Brindisi, ecco quanto le aziende potrebbero investire

Per effetto del processo di decarbonizzazione, Brindisi sta attraversando uno dei più delicati momenti della sua storia, che si ripercuote, giocoforza, sul futuro di migliaia di lavoratori che ruotano attorno alla centrale Federico II di Cerano. La posizione di Enel Attorno ad Enel, tanto per intenderci, tra lavoratori diretti e quelli dell’indotto. Dal canto suo,…

Per effetto del processo di decarbonizzazione, Brindisi sta attraversando uno dei più delicati momenti della sua storia, che si ripercuote, giocoforza, sul futuro di migliaia di lavoratori che ruotano attorno alla centrale Federico II di Cerano.

La posizione di Enel

Attorno ad Enel, tanto per intenderci, tra lavoratori diretti e quelli dell’indotto. Dal canto suo, il colosso energetico pare voglia salutare il territorio, senza proporre alcun progetto. Un silenzio assordante quello di Enel, che fa storcere il naso al sindaco Giuseppe Marchionna, all’onorevole Mauro D’Attis, ai sindacati ed alle associazioni di categoria.

Le aziende

Tuttavia, buone nuove potrebbero arrivare dalle 13 aziende interessate ad investire sul territorio: Scandiuzzi prevede un progetto realizzabile in 15 mesi, per un investimento da 10 milioni, con 70 lavoratori da assumere; Renesys energy Italia, con un investimento da 85-100 milioni di euro in 12-15 mesi, con 270 unità da assumere; Greenthesis group, con un investimento da 10 milioni di euro da realizzare in 12 mesi e 30 assunzioni; Nadara blue float energy ipotizza un investimento da 3,7 miliardi realizzabile in 60 mesi, con 100 addetti (circa 6000 nella fase di costruzione); Fincosit, con un investimento da 3-6 milioni di euro in 8-12 mesi, con 50-250 lavoratori da assumere; Cisa, il cui investimento non è stato ancora definito, ma potrebbe assumere 100 unità; Cbm Spa, che prevede di investire 25 milioni di euro in un lasso di tempo non definito, con 80 assunzioni; Eemax parla di un investimento di 100 milioni di euro in 12 mesi, con 92 addetti; Act Blade conta di investire 15 milioni di euro in 36 mesi, con 100 unità; Renexia potrebbe investire 500 milioni di euro in 24 mesi, con 1300 lavoratori da assumere; 2G Group, con un investimento da 700mila euro realizzabile in 14 mesi ed 11 assunzioni; Ars Altmann prevede di investire 10 milioni di euro per opere di urbanizzazione ed altri 10 milioni per l’impianto PV pensilina auto, realizzabile in 36 mesi, con 80 addetti; Vimit, con un investimento 16,5 milioni di euro in 15 mesi, con 230 lavoratori.

Oltre 2000 posti di lavoro

Se si dovesse concretizzare il tutto, si parlerebbe di milioni e milioni di euro di investimento e di oltre 2000 di posti lavoro. Alcuni progetti rientrerebbero nell’area di Cerano, altri nei suoli Asi, altri in quelli privati ed altri interessati ai siti Zes.

La legge speciale

Per velocizzare l’iter procedurale, si chiede al governo una legge speciale per Brindisi, che si inserisce all’interno dell’accordo di programma già avviato qualche mese fa. Sulla questione, a latere del tavolo del 20 settembre scorso, era già intervenuto il sindaco Marchionna: «Le idee sono bellissime, tutte condivisibili, tutte collegate alla nuova filiera delle energie rinnovabili con qualche significativo intervento anche di circolarizzazione dell’economia. Il punto fondamentale è, su questo versante, definire i piani industriali che abbiano tempi, investimenti, addetti certi. Dall’altro lato ho sottolineato l’urgenza dell’accordo di programma o legge speciale che si voglia dire, perché per avviare questi investimenti ci sarà bisogno di tempo e i lavoratori devono essere tutelati, coperti da questo punto di vista.

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