Da Mare Fuori, la fortunata serie tv, a Mare Dentro, l’innovativo progetto di educazione e integrazione sociale pensato per sette minori in messa alla prova. Con l’ufficio servizi sociali del ministero della Giustizia affronteranno laboratori velici e di arte marinaresca per cancellare i reati che gli sono contestati.
Il progetto
Proposto e finanziato dal centro regionale giustizia minorile, Mare Dentro è stato presentato al Molo Sant’Eligio dalla direttrice dei servizi sociali per minori del ministero Patrizia Quatraro, dalla presiente del tribunale per i Minorenni Patrizia Famá, dalla procuratrice della Repubblica dello stesso tribunale, Pina Montanaro, dall’assessora ai Servizi sociali Gabriella Ficocelli e dal presidente dell’associazione “Salpiamo” Umberto Di Toppa.
Il programma
Già nei prossimi giorni, sette minori in messa alla prova in carico ai servizi sociali di Taranto saranno coinvolti in uscite in mare con imbarcazione a vela. Questa è solo una delle attività marinaresche con cui il progetto “Mare Dentro” vuole raggiungere la crescita e responsabilizzazione dei sette giovani, nonché insegnare loro il rispetto dell’altro e delle regole. «Il mare, come la vita – spiegano gli organizzatori – ha le sue regole: sperimentare la vita di bordo, gli spazi limitati, l’essere “equipaggio” è un modo per mettersi in gioco, scoprire nuove regole di convivenza ed elaborare prospettive diverse e creative sul proprio vissuto personale».
L’equipaggio
L’esperienza del mare e della navigazione implica la costruzione dell’equipaggio come comunità educante dove, per procedere senza naufragare, sono necessari armonia, tolleranza, comprensione, condivisione degli spazi comuni, essere soggetto attivo in rapporto al gruppo. Contribuisce a promuovere il valore delle regole, dello stare insieme, della corresponsabilità, della fiducia, come strumenti capaci di contrapporsi alla cultura della violenza e dell’illegalità. Le attività sono affidate a “Salpiamo”, che da anni promuove e diffonde la cultura del mare e della navigazione a vela come mezzo educativo, riabilitativo e d’integrazione sociale. L’associazione, infatti, offre l’esperienza della barca a vela, intesa come “veicolo” d’integrazione, a tutti coloro che si trovano in situazione di svantaggio, rivolgendosi a diverse categorie: minori a rischio, migranti, persone con problemi psichici, con disabilità, con problemi di tossicodipendenza.