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Barletta, il ricordo delle vittime del crollo di via Roma: «Una ferita sempre aperta»

«Questa ferita resterà sempre aperta nel cuore della città». Tredici anni dopo il crollo della palazzina di via Roma, per Mario Doronzo è ancora impossibile dimenticare. Lui, che fino a qualche mese fa abitava a poca distanza dal luogo della tragedia, adesso si è trasferito in Liguria per lavoro, ma ogni anno, il 3 ottobre,…

«Questa ferita resterà sempre aperta nel cuore della città». Tredici anni dopo il crollo della palazzina di via Roma, per Mario Doronzo è ancora impossibile dimenticare. Lui, che fino a qualche mese fa abitava a poca distanza dal luogo della tragedia, adesso si è trasferito in Liguria per lavoro, ma ogni anno, il 3 ottobre, alle 12.21, il pensiero va a quel boato che scosse la città.

Le vittime

La deflagrazione costò la vita a cinque giovani donne. Nel laboratorio tessile del seminterrato di quel palazzo dove lavoravano, morirono Antonella Zaza, Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro e Tina Ceci. Per una fatalità del destino, in quel momento c’era pure la piccola Maria Cinquepalmi, figlia del titolare dell’opificio. Anche lei perse la vita. Da quel giorno a Barletta nulla è stato più come prima. «Durante quei momenti drammatici – racconta Doronzo – tutti abbiamo scavato a mani nude, con una forza e una speranza più forti di ogni paura. Purtroppo, poi, le cose sono andate come non avremmo voluto. E anche se la conclusione del processo ha offerto una certezza in termini di responsabilità legali, non potrà mai affievolire il dolore delle famiglie e della città». Stando all’ipotesi accusatoria, poi confermata in sede processuale, il crollo fu causato dai lavori di demolizione della palazzina adiacente a quella che ospitava il laboratorio tessile dove hanno perso la vita le cinque giovani donne.

Il processo

Nel 2015, quattordici imputati, fra i quali, progettisti, costruttori, vigili urbani e funzionari del Comune, furono condannati dal Tribunale di Trani per i reati, contestati a vario titolo, di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose plurimi, omissione di atti d’ufficio e violazione di norme antinfortunistiche. Tre anni dopo, la Corte di Appello di Bari ha ridotto le pene per otto imputati, assolvendo gli altri. Per sei di quegli otto, la Cassazione ha poi confermato la condanna per il reato di crollo di costruzione.

Il dolore inconsolabile

Le famiglie delle vittime, durante questi anni, hanno sempre espresso sentimenti contrastanti, sino alla fine del processo. Se da un lato, infatti, la conferma delle condanne ha messo un punto fermo, rappresentando una forma di giustizia, dall’altro, però, i parenti hanno sempre mantenuto viva la memoria, insieme a quel dolore per una tragedia che poteva essere evitata. A ricordarlo, con un minuto di silenzio all’ora esatta del crollo, sarà il sindaco Cosimo Cannito che domani, nel giorno del tredicesimo anniversario, renderà omaggio alle vittime in via Roma.

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