Una delegazione del Consiglio regionale pugliese – composta da Grazia Di Bari (Movimento 5 stelle) e Sergio Clemente (Azione), accompagnati anche dal capogruppo del Pd, Paolo Campo – ha consegnato stamattina in Corte di cassazione a Roma i quesiti per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.
Il Consiglio regionale della Puglia è uno dei cinque, con Campania, Emilia-Romagna, Sardegna e Toscana, ad aver approvato la richiesta di indizione del referendum.
«Abbiamo scelto di promuovere la consultazione del popolo italiano su un complesso di norme che, se applicate, finirebbero con il disgregare l’unità nazionale e con l’attuare una riforma eversiva dei principi e dei valori costituzionali», commenta Paolo Campo. «È un bene per tutti – aggiunge – che le sacrosante recriminazioni delle regioni meridionali abbiano trovato ascolto e siano state condivise dalle regioni del centro-nord, che magari potrebbero guadagnarci dall’applicazione della legge che vogliamo cancellare dall’ordinamento. È l’evidenza che la contrapposizione generata dal governo Meloni e dalla Lega non ha un movente geografico, non è il Sud contro il Nord; ha, questo sì, un fondamento politico e civico».
Ora, conclude il capogruppo del Partito democratico nel Consiglio regionale della Puglia, «attendiamo fiduciosi che la Corte di cassazione valuti l’ammissibilità di almeno una delle due richieste per iniziare la campagna referendaria e ottenere la vittoria del buon senso e della solidarietà sulle pulsioni secessioniste e l’egoismo territoriale».
Di «riforma scellerata» parla, dopo il deposito delle richieste, la consigliera Di Bari. L’autonomia differenziata, dice, «frammenta l’Italia, danneggiando tutti. Una legge che vede la netta contrarietà dei cittadini come dimostra il numero di firme raccolte per il referendum, 1.300.000».
La consigliera regionale del Movimento 5 stelle sottolinea che «dopo la riunione del comitato per la determinazione dei Lep siamo ancora più preoccupati, perché si conferma ancora una volta quello che sosteniamo da tempo, ovvero la volontà di dare maggiori risorse al nord penalizzando il sud. Non possiamo rimanere fermi e permettere che la legge trovi attuazione. L’autonomia differenziata come voluta da questo governo è una sciagura per il Paese», conclude.