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Antonella Attili a Conversano: «Vi svelo il Matteotti politico e innamorato» – L’INTERVISTA

Una vita nel teatro d’avanguardia, poi il salto sul grande schermo con grandi maestri come Tornatore - interpreta la mamma del piccolo Totò in “Nuovo cinema Paradiso” - Ettore Scola, Pupi Avati e Archibugi, con cui ha girato “La storia”, dal libro di Elsa Morante. Parliamo di Antonella Attili, ospite d’onore per la giornata di…
antonella attili

Una vita nel teatro d’avanguardia, poi il salto sul grande schermo con grandi maestri come Tornatore – interpreta la mamma del piccolo Totò in “Nuovo cinema Paradiso” – Ettore Scola, Pupi Avati e Archibugi, con cui ha girato “La storia”, dal libro di Elsa Morante. Parliamo di Antonella Attili, ospite d’onore per la giornata di chiusura del Lectorinfabula. Oggi alle 21.30, a Conversano, nel Giardino dei limoni, l’attrice leggerà l’epistolario tra Giacomo Matteotti e sua moglie Velia Titta, restituendo uno spaccato della vita dei due protagonisti. Con lei, sul palco, ci sarà Paolo Musio.

Ci dice qualcosa delle lettere che leggerà domani sera a Lectorinfabula?

«È un carteggio storico importante, drammaticamente romantico e struggente. Ne viene fuori una figura di donna estrema, moderna. Velia Titta era una donna molto interessante: colta, intelligente, pronta a difendere questo amore in tutti i modi, vivendolo, finché ha potuto, contro tutto e tutti. Di Matteotti viene fuori il politico come l’uomo innamorato».

Parliamo della sua carriera: è passata dal teatro d’avanguardia al grande schermo. Qual è stato il punto di svolta di questo percorso?

«Nella carriera artistica non c’è nessun traguardo che ti permette poi di vivere di rendita. Nella mia vita ogni anno è un punto e accapo. Nonostante una lunga carriera, nonostante sia impegnata sempre con tante cose diverse, dal teatro, al cinema, alla radio: è sempre una riconquista. Se poi devo pensare a un punto di svolta, direi “Nuovo cinema paradiso”».

C’è stato un momento in cui ha capito che quel ruolo era per lei?

«Credo che quando leggi un personaggio dev’esserci qualcosa che ti chiama. Qualcosa che riconosci, che ti suona familiare, in cui ti ritrovi. Una frase, un piccolo aspetto, un accento. Qualsiasi cosa possa appartenerti».
E dall’altro lato? Si è mai chiesta perchè Tornatore abbia scelto proprio lei per quel ruolo?
«Per una serie di coincidenze, come spesso accade nella vita. Assomigliavo molto a una sua zia. Avevamo il naso storto dalla stessa parte (ride ndr). Senza dimenticare che ho fatto un bellissimo provino».

Più recentemente ha lavorato con Checco Zalone…

«Un incontro felicissimo. Voglio molto bene a Luca Medici. Lavorare con lui è facile, e se capisce che sei la persona giusta per fare ciò che lui cerca, ti lascia libero di fare. Sempre con uno sguardo caldo. È un uomo veramente intelligente: una cosa sorpendente per uno che fa sempre lo scemo (ride ndr). Gli voglio davvero bene, Checco mi “fa famiglia”».

E di Aldo, Giovanni e Giacomo, con cui hai girato “Il grande giorno”, cosa mi dice?

«In quel film con Giacomo c’è una scena a letto in cui non riuscivamo proprio ad andare avanti (ride ndr). La sua battuta era “A Bormio siamo stati felici”. Io lo guardo serissima e dico “Bormio… era il ‘96”. Sul “96” mi veniva da piangere dalle risate. Se rivedi la scena, c’è lui che non mi guarda, non ce la facevamo».

Sono come li vediamo al cinema, anche nella vita reale?

«Assolutamente, poi sono completamente diversi tra loro, ti viene da chiederti come possano aver passato insieme tutti questi anni. Credo a legarli per sempre sia la gavetta durissima che hanno fatto».

Un’altra collaborazione felice insomma…

«Sul set ho avuto problemi solo quando ho dovuto lavorare avendo intorno a me la mediocrità. Lì c’era la mia sofferenza».

Quando ha recitato i monologhi per “Propaganda live”, l’ha vissuto come un ritorno al teatro?

«È di più. C’è il “qui e ora” del teatro, da sommare alla diretta tv. Hai 3 minuti per dare tutto».

Il suo monologo preferito?

«Sono molto legata a quello del 25 novembre, sul femminicidio. Era una condizione particolare quella sera. Era morta mia mamma, e sono andata in scena lo stesso. È stato un omaggio a lei, l’ho scritto di getto sovrastata dalle emozioni».

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