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Sesso per curare il papilloma virus, una paziente di Miniello: «Non capivo se fosse vero»

Nuova udienza, oggi, per il processo a carico di Giovanni Miniello, ginecologo barese di 71 anni a processo per violenza sessuale (tentata e consumata) e lesioni personali su 20 pazienti, 19 delle quali si sono costituite parte civile, che hanno lamentato di aver subito manovre non convenzionali nel corso di visite ginecologiche. Una delle presunte…

Nuova udienza, oggi, per il processo a carico di Giovanni Miniello, ginecologo barese di 71 anni a processo per violenza sessuale (tentata e consumata) e lesioni personali su 20 pazienti, 19 delle quali si sono costituite parte civile, che hanno lamentato di aver subito manovre non convenzionali nel corso di visite ginecologiche.

Una delle presunte vittime di Miniello ha raccontando in aula che quando il ginecologo le «ha proposto la terapia del sesso non riuscivo a capire se fosse vera o meno. Per un attimo, nei giorni successivi, mi ha sfiorato il pensiero di considerare la proposta, ma poi ho iniziato a riflettere».

Secondo l’accusa, il medico avrebbe anche proposto ad alcune pazienti di avere rapporti sessuali con lui per curare il papilloma virus e prevenire il tumore dell’utero.

La paziente ascoltata oggi in aula ha raccontato di essersi rivolta a Miniello, suo ginecologo già da diversi anni, per curare il papilloma virus nel febbraio del 2019. In quell’occasione il medico le avrebbe proposto di avere un rapporto sessuale con lui per guarire.

«Mi disse – ha aggiunto la donna, oggi 31enne – di potermi curare» con un rapporto sessuale e «che avrebbe potuto debellare l’Hpv per sempre dal mio organismo. Poi mi ha mostrato degli screenshot di messaggi che gli avevano mandato altre sue pazienti» che il medico sosteneva di aver curato così. «Mi disse – ha sostenuto – che quelle erano tutte pazienti che aveva curato con un rapporto non protetto».

Dopo quella visita la donna decise di cambiare ginecologo. «Circa una settimana dopo quella visita – ha rivelato – mi rivolsi al Telefono rosa, spiegando quello che mi era successo e chiedendo se quelle pratiche fossero denunciabili. Mi risposero di sì».

La paziente denunciò Miniello nel settembre 2019, due anni prima dei servizi televisivi de “Le Iene” che fecero diventare il caso di dominio pubblico.

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