«Come si permette di dire che le mie parole possano aver incitato azioni mafiose?»: Gianfranco Lattante, direttore del tg di TeleRama, risponde senza mezzi termini alle parole del parlamentare Claudio Stefanazzi. In un video diffuso attraverso i social network, il deputato del Partito democratico è tornato sulla sanzione recentemente inflitta dall’Agcom a TeleRama per violazione della par condicio durante la campagna elettorale per le comunali di Lecce.
Nel video Stefanazzi ha spiegato di aver firmato un’interrogazione parlamentare e informato la Prefettura di «una situazione imbarazzante e pericolosa per la democrazia». Poi l’affondo: «TeleRama ha reagito con un editoriale che mi riguardava e che è stato mandato in onda in maniera continuativa – ha concluso Stefanazzi – e dopo due giorni ho ricevuto proiettili e minacce».
Pronta la replica di Gianfranco Lattante che, in un altro editoriale andato in onda ieri su TeleRama, contesta le «insinuazioni» di «gravissima portata» fatte da Stefanazzi. «Come si permette – dice il direttore del tg dell’emittente salentina al deputato – di sancire, di fatto, che possa esserci un nesso causale tra le mie parole e il vile gesto intimidatorio di cui è stato vittima?». Dopo aver bollato il contenuto del video girato da Stefanazzi come «miserabile, infelice, offensivo e calunnioso», Lattante rivolge un ultimo messaggio al deputato: «Continui a denunciare, a rivolgersi al prefetto e a firmare interrogazioni parlamentari, ma non si permetta di fare insinuazioni e di infangare 30 anni di professione e il lavoro dell’intera redazione di TeleRama».
La querelle tra Stefanazzi e TeleRama, dunque, fa segnare un’altra puntata. Sul caso, in precedenza, si erano espressi anche l’Ordine dei giornalisti della Puglia e l’Assostampa. La redazione de “L’Edicola” manifesta la propria solidarietà a Gianfranco Lattante, direttore del tg di TeleRama, per le accuse che gli sono state rivolte dal parlamentare Stefanazzi.