Il Policlinico di Bari è tra gli ospedali italiani in cui i tempi di attesa per i trapianti di cuore e fegato sono tra i più bassi. Nel primo caso il tempo di permanenza nelle liste d’attesa è di circa 7 mesi mentre è di circa 2 mesi per il secondo.
È quanto emerge dai dati del Sistema informativo trapianti del Ministero della Salute che certificano il grande lavoro fatto negli ultimi anni nell’ospedale universitario barese.
Nel dettaglio, a livello nazionale, i pazienti in attesa di un trapianto di cuore devono attendere in media 3 anni e 4 mesi (circa 40 mesi), al Policlinico di Bari i tempi di attesa per l’intervento sono ridotti di oltre l’82,5%, raggiungendo un tempo medio di soli 7 mesi. Un risultato possibile grazie alla determinazione del giovane team dell’unità operativa di cardiochirurgia diretta dal professor Tomaso Bottio, pronta a rispondere a ogni compatibilità e ai protocolli innovativi di utilizzo dei cosiddetti donatori con criteri estesi.
Per quanto riguarda il trapianto di fegato, la differenza è ancora più marcata: rispetto alla media nazionale di 1 anno e 7 mesi (19 mesi), a Bari il tempo d’attesa si riduce del 89,5%, arrivando a 2 mesi per l’intervento.
Un cambio di passo con l’unità operativa di chirurgia epatobiliare diretta dal professor Francesco Tandoi, con la collaborazione tra la sua equipe e il gruppo epatologico dei trapianti, coordinato dalla dottoressa Maria Rendina.
«Negli ultimi 3 anni abbiamo registrato un aumento costante dei trapianti e delle donazioni in Puglia e abbiamo prelevato organi in altre macro aree o all’estero», sottolinea il coordinatore del Centro regionale trapianti e neo direttore del dipartimento trapianti del Policlinico di Bari, Loreto Gesualdo: «Ad agosto – spiega – i nostri cardiochirurghi sono volati a Lugano e Strasburgo per soddisfare la richiesta dei pazienti nelle nostre liste d’attesa. Siamo sempre pronti ad accettare nuove sfide», conclude.
«Questi dati devono aiutarci a far crescere sul nostro territorio la cultura della donazione. È una scelta importante che può fare il singolo o la famiglia, che può trasformare con un sì un momento di profonda tristezza con uno di grande speranza per una nuova vita donata», chiosa il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.