È in comunità protetta la piccola di 8 anni che, si sospetta, sarebbe stata sottoposta a infibulazione dai genitori in un appartamento del Salento, assieme ai due fratellini di 2 e 5 anni. Lo ha disposto la procuratrice per i minorenni di Lecce, Simona Filoni, dopo aver scoperto le lesioni alle quali la bambina sarebbe stata sottoposta, ma anche lo stato di degrado nel quale avrebbe vissuto con i suoi fratelli.
Il caso
Alcuni giorni fa una coppia del Mali, residente in Salento, ha accompagnato in ospedale la bambina, che perdeva sangue. Ai medici hanno spiegato che era caduta. Ma dopo la prima visita, i sanitari hanno capito subito la gravità della situazione e hanno chiamato i carabinieri. Che, a loro volta, hanno contattato la Procura per i minorenni per i provvedimenti urgenti del caso.
Le indagini
Sono quindi scattate le indagini, coordinate dalla Procura ordinaria, con il primo sopralluogo dei carabinieri nell’abitazione della famiglia, dove hanno trovato una grave situazione di degrado. Ma non solo: il letto era sporco di sangue e le lenzuola infilate in lavatrice, ma su una pila di panni lasciati poco distante è stato trovato altro sangue. Segno, probabile, di quanto avvenuto in quell’abitazione.
La versione
I militari hanno poi proceduto ad interrogare i diversi componenti del nucleo familiare, e la versione fornita dai genitori ai medici sulla causa delle lesioni della bambina è stata avvalorata persino dal suo fratellino di 5 anni, che ha detto che era caduta. Pressato poi dalle domande, secondo quanto emerge, avrebbe smesso di rispondere, intimorito dallo sguardo della mamma che gli avrebbe fatto cenno di non parlare più.
L’allontanamento
La relazione dei carabinieri, notificata anche alla Procura per i minorenni, ha indotto la procuratrice Filoni ad allontanare dai genitori anche gli altri due figli, un maschietto di 5 e un’altra femminuccia di 2 anni. Ha anche disposto il divieto di incontro con i genitori. I tre bambini, ora insieme, sono ospiti di una comunità protetta in attesa che gli inquirenti concludano gli accertamenti.
Le ipotesi di reato
La procura ordinaria presso il tribunale di Lecce procede ora con le ipotesi di reato di lesioni gravi ma anche e soprattutto di “pratiche di mutilazione di organi genitali femminili”, un reato punito dal codice penale con la reclusione da 4 a 12 anni. Tra le tipologie di mutilazione individuate dal 583 bis c’è, appunto, anche l’infibulazione, una pratica utilizzata ancora in determinate culture.
L’attenzione agli stranieri
Particolare attenzione viene posta dalla Procura minorile di Lecce nei confronti dei minori stranieri non accompagnati che, in virtù dei numerosi arrivi sulla costa, vengono collocati nelle comunità. Proprio perché arrivano in Italia senza genitori, la vigilanza sulla loro collocazione, deve essere massima. È uno degli obiettivi che si pone la procura per eliminare le disuguaglianze nei confronti dei minori stranieri.