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Cerignola, la denuncia di Gordano: «Uva? Annata eccellente ma mai così cara. Speculazione in corso»

Ci risiamo: «annata qualitativamente eccellente, eppure ancora una volta i prezzi dell’uva sono fuori controllo come non è mai accaduto negli ultimi anni in ambito vitivinicolo. È in corso una grave ed iniqua speculazione a carico prima di tutto dei produttori e poi dei consumatori nel silenzio generalizzato più assordante», è netta la posizione di…

Ci risiamo: «annata qualitativamente eccellente, eppure ancora una volta i prezzi dell’uva sono fuori controllo come non è mai accaduto negli ultimi anni in ambito vitivinicolo. È in corso una grave ed iniqua speculazione a carico prima di tutto dei produttori e poi dei consumatori nel silenzio generalizzato più assordante», è netta la posizione di Marco Giordano, agricoltore di Cerignola e dirigente del Pd, tanto da essere consulente dell’assessore all’agricoltura del comune di Roma, Sabrina Alfonsi.

La questione

«È dove i costi di produzione non sono più coperti dalla vendita del prodotto. Quale azienda può sopravvivere in queste condizioni?» si chiede il viticoltore, che aggiunge «nel nostro Paese l’agricoltura è l’unico settore in cui non è il produttore a fare il prezzo del suo prodotto. La grande distribuzione è responsabile di politiche economiche agricole al ribasso e speculative. Questa è una grande questione di ingiustizia sociale ed economica, eppure il Governo non fa nulla, la politica e le associazioni di categoria tacciono, perfino la Chiesa non dice più nulla», rincara la dose Giordano. Lo scorso anno la peronospora ha ridotto del 50 per cento la produzione di uva da vino e a oggi le aziende agricole non hanno ricevuto un euro dei ristori compensativi promessi dal Governo».

La situazione

«Quest’anno invece specialmente al sud, stiamo fronteggiando gli effetti della gravissima siccità che ha ridotto notevolmente le quantità di produzione, ma chi decide il prezzo? Quali sono i criteri adottati? Perché non ci sono in atto controlli anti-frode sui mercati agricoli. La risposta non può essere semplicemente “è il libero mercato”.

Ancora più spietato il racconto di quel che avviene tra campi e cantine: «è un far west legalizzato, non è libero mercato. A pagarne il prezzo, ancora una volta, sono gli agricoltori, probabilmente gli unici a lamentarsi. Il tema non sono i produttori ma l’assenza di tutto il resto, di chi dovrebbe fare, tutelare e rappresentare, comprese le amministrazioni comunali».

Secondo Giordano il rischio è che «tornano i latifondisti che non sono più i nobili di due secoli fa, ma sono multinazionali e grandi marchi che comprano terra in nome della produzione di massa e a discapito della sostenibilità ambientale ed economica».
In fondo «per un agricoltore la soddisfazione più grande è vedere ben ripagata la propria fatica e veder apprezzata la bontà del proprio prodotto ottenuta con inestimabile dedizione e cura» è l’amara considerazione del coltivatore.

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