«Bisognerebbe spiegare ai cittadini che aggredire un medico o un sanitario è un danno incalcolabile che si fa a se stessi, oltre che a tutto il sistema di assistenza e di cura». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo oggi pomeriggio, 12 settembre, alla festa annuale della professione medica organizzata dall’Ordine dei medici di Bari nel teatro Petruzzelli.
L’evento, quest’anno, è stato dedicato ai numerosi episodi di violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari, al centro delle cronache nelle ultime settimane.
Dai dati di un’indagine sviluppata dal Sistema regionale di gestione integrata della sicurezza sul lavoro (Sirgisl), emerge che circa il 42% degli operatori sanitari pugliesi – il 34,7% sono medici – ha riferito di aver subito una forma di violenza sul luogo di lavoro.
Per Emiliano «serve spiegare che cosa è il Sistema sanitario attraverso una grande campagna di solidarietà nei confronti di tutti coloro che svolgono la professione medica, e spiegando anche quali sono i limiti di questa professione, gli stessi limiti legati alla natura umana, limitata anch’essa».
Il ricordo di Vito Procacci
Nel corso della manifestazione sono stati celebrati i professionisti che hanno compiuto i venticinque e i cinquant’anni di laurea; i neolaureati iscritti agli albi hanno proferito il “Giuramento professionale“.
Su proposta del presidente dell’Ordine dei medici di Bari Filippo Anelli è stato conferito il premio per la Buona medicina 2024 a Vito Procacci, direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari prematuramente scomparso il 21 agosto scorso.
Emiliano, a nome di tutti i pugliesi, di coloro che hanno lavorato con lui e dei suoi familiari, ha invitato la platea a ricordarlo e ringraziarlo con un applauso: «È stato un medico eccezionale. Con Vito abbiamo riprogettato tutti i pronto soccorso della Puglia, li stiamo man mano modificando. Era un positivo: aveva una capacità di essere contemporaneamente molto fermo, ma anche capace di ascoltare in modo straordinario. Con lui ho trascorso un numero incredibile di giornate, in particolare durante il Covid. Sono molto orgoglioso di aver lavorato al suo fianco e di avere imparato tanto da questo medico che non dimenticheremo mai».