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Stupro di gruppo a Massafra, gli indagati restano in carcere: «Non hanno freni inibitori»

I tre indagati per il presunto stupro di una ragazza di 23 anni avvenuto a Massafra la notte tra il 30 e il 31 agosto scorso restano in carcere. I tre uomini di Palagiano - di 23, 27 e 34 anni - sono stati fermati dai carabinieri a seguito della denuncia della vittima. Il gip…

I tre indagati per il presunto stupro di una ragazza di 23 anni avvenuto a Massafra la notte tra il 30 e il 31 agosto scorso restano in carcere.

I tre uomini di Palagiano – di 23, 27 e 34 anni – sono stati fermati dai carabinieri a seguito della denuncia della vittima.

Il gip di Taranto Francesco Maccagnano ha firmato nei loro confronti l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per due di essi è stato convalidato il fermo.

Nel corso degli interrogatori di garanzia, due indagati (difesi dagli avvocati Marcello Ferramosca e Gianluca Sebastio), hanno negato le accuse di violenza sessuale parlando di rapporto consenziente, mentre il terzo (assistito dall’avvocato Michele Parisi) si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Secondo il gip «l’azione delittuosa» alla luce «degli elementi di prova sino ad oggi acquisiti, denota in capo ai fermati estrema brutalità, un’elevatissima capacità a delinquere ed un’assoluta carenza di freni inibitori» e «la totale incapacità di autocontrollo espressa da tali delitti e la personalità degli indagati, nel complesso, appaiono tali da imporre di ritenere attuale e concreto il rischio che i predetti, ove non sottoposti alla più adeguata misura cautelare, possano compiere gravissimi reati contro la persona, soprattutto a sfondo sessuale».

Sussistono, a parere del gip, anche il pericolo di fuga e quello di inquinamento probatorio considerando che «gli indagati hanno immediatamente tentato di circuire e manipolare la persona offesa, provando a indurre la giovane a credere che ella avesse acconsentito agli atti sessuali precedentemente subiti». Uno dei fermati, «nelle more delle sue ricerche da parte della polizia giudiziaria, ha provato a entrare in contatto con la persona offesa a mezzo social network» evidentemente per «esercitare pressioni sulla giovane donna».

Secondo la versione fornita agli inquirenti, la ragazza stava tornando a casa in compagnia di due amici, un uomo e una donna, con i quali aveva trascorso la serata in discoteca. Durante il tragitto sono stati avvicinati da un’auto con a bordo i tre sospettati che hanno offerto loro un passaggio. L’invito è stato accettato perché il gruppetto conosceva uno dei ragazzi nell’auto. Gli amici della 23enne sono stati accompagnati a casa per primi mentre la giovane, rimasta sola in auto, è stata portata in campagna dove sarebbe stata violentata.

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