Un periodo decisamente infuocato, soprattutto dalle fiamme delle polemiche: Castel del Monte, il bene Unesco andriese, è al centro di un aspro botta e risposta tra le opposizioni di centrodestra e l’amministrazione, dopo che per la prima volta in dieci anni il maniero è scivolato oltre la 30esima posizione nella classifica dei beni più visitati.
Il centrodestra
Le critiche alla gestione sono riuscite a unire tutti i movimenti politici andriesi dell’area di centrodestra: Fratelli d’Italia (Sabino Napolitano), Lega (Paola Albo), Forza Italia (Marcello Fisfola), Azione (Antonio Nespoli), Liberali Riformisti Nuovo PSI (Antonio Di Gregorio), UDC (Riccardo Frisardi), Movimento Pugliese (Luigi Del Giudice), Generazione Catuma (Gaetano Scamarcio) e segreteria provinciale di Io Sud (Francesca Magliano) hanno diramato una nota al vetriolo. «Da andriesi siamo davvero imbarazzati per le vicissitudini che vedono Castel del Monte lontano dai riflettori mediatici per una pubblicità positiva, ma sempre e soltanto per aspetti negativi che stridono con la bellezza del nostro monumento simbolo della città e del territorio, oltre che patrimonio Unesco». Elencati diversi problemi, antichi e nuovi: le auto parcheggiate abusivamente o quasi fino alle pendici del maniero, la scarsa illuminazione, le navette sospese all’improvviso nei giorni più turistici.
La replica di Bruno
Ma la sindaca e l’assessore alle radici respingono al mittente le accuse sottolineando da una parte lo sforzo compiuto dall’amministrazione nella valorizzazione dell’area del castello, dall’altra la necessità di chiarire le competenze. «Le polemiche fanno solo male all’intero territorio – dice Giovanna Bruno -, soprattutto quando sono strumentalmente alimentate da chi, pur avendo governato la città per nove lunghi anni, con risorse a disposizione, nulla ha fatto quanto meno per avviar e un discorso inter-istituzionale allargato e continuativo con tutti gli enti che in qualche modo hanno la gestione di Castel del Monte, spacchettata in tanti rivoli di responsabilità. Il Comune è solo un tassello di questo quadro e da qualche anno ha assunto su di sé anche adempimenti non di propria competenza, pur di agevolare la fruizione del maniero e renderlo sempre più accattivante dal punto di vista ricettivo».
Le precisazioni di Troia
All’assessore alle radici Cesare Troia, delegato alla valorizzazione del bene patrimonio Unesco, il compito di ripercorrere le azioni messe in campo.
«La situazione, ereditata e disastrosa, in cui versa Castel del Monte è ben nota a questa amministrazione che fin dal suo insediamento ha provato a porvi rimedio con una serie di azioni – spiega l’assessore – L’ente comunale si è già attivato da luglio segnalando al Polo museale situazioni di degrado e chiedendo al contempo l’avvio di un tavolo interistituzionale con gli attori principali afferenti al territorio che ospita il sito Unesco».
Sulle competenze: «quelle del Comune di Andria – e questo il centrodestra con i suoi ex amministratori dovrebbe saperlo – si fermano alla gestione della Pineta divenuta di sua proprietà con l’Amministrazione precedente, sottraendola di fatto all’ARIF e imputandola al bilancio comunale, e che questa Amministrazione ha dovuto riqualificare portando a compimento il relativo progetto, il cd. “Stupor Mundi”, che la precedente amministrazione aveva lasciato dormire nei cassetti».