Nel 2023, il centro antiviolenza Riscoprirsi ha trattato 60 uomini. È quanto emerso nel corso della presentazione dell’intesa siglata tra la Questura e il centro che, dal 2018, si occupa anche di uomini che non riescono a riconoscersi aggressivi e che commettono atti di violenza contro le donne.
Patrizia Lomuscio, responsabile del centro nato nel 2009, ricorda che i numeri si moltiplicano «negli anni perché se nei primi tre anni di attività avevamo poche decine di uomini, dal 2022 sono aumentati. Una crescita spiegata forse dalla consapevolezza acquisita» e aggiunge che «le recidive sono state solo due».
Il questore della Bat, Alfredo Fabbrocini, ha spiegato che «la novità del nostro protocollo è che quando ai presunti maltrattanti viene da noi notificato il provvedimento di ammonimento, scatta il primo colloquio con l’équipe del centro in quanto alcune volte, il percorso non funziona perché il maltrattante non lo frequenta. Noi non gli diamo questa possibilità». La questura, ha aggiunto, monitora «anche la vittima affinché non si senta sola o abbandonata».
Il protocollo intende fare «prevenzione e rieducazione – ha continuato Fabbrocini – per evitare la recidiva. Abbiamo un dovere morale con le vittime. Quando la vittima non denuncia e non ci informa di quello che succede, forse possiamo anche avere delle giustificazioni. Ma nel momento in cui lo sappiamo, giustificazioni non ne abbiamo più. E quel caso non si può, non si deve verificare ancora».