È allarme tra i sindaci delle città che ospitano Fondazioni lirico-sinfoniche per le ipotesi di riforma attualmente in discussione da parte del Governo e che, secondo quanto scritto dai primi cittadini in una lettera aperta al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, toglierebbero autonomia decisionale alle stesse Fondazioni aumentando l’ingerenza di Roma.
La missiva
«Abbiamo appreso dagli organi di stampa che, all’interno della più complessiva ridefinizione del quadro legislativo riguardante lo Spettacolo dal vivo, sarebbe in avanzato stato di definizione anche una significativa riforma delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, la cui rilevanza è storicamente strategica per le Città dove operano, in quanto rappresentano istituzioni culturali identitarie e di decisiva importanza per i territori su cui insistono. Dato l’assoluto protagonismo dei nostri Comuni nella gestione e valorizzazione delle Fondazioni, anche in considerazione del gravoso impegno economico che questo comporta, siamo a chiedere un incontro urgente per affrontare in maniera condivisa criticità e potenzialità inerenti al settore». A firmare la missiva anche Vito Leccese, che ieri insieme con i sindaci e presidenti delle Fondazioni di Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Verona ha partecipato ad un incontro in sede Anci che si è concluso con una lettera inviata al ministro Sangiuliano nella quale si chiede di convocare un incontro per discutere della annunciata riforma, che è all’esame della commissione Cultura della Camera dei Deputati.
L’appello di Leccese
«È inopportuno che per mero esercizio di potere si metta mano alla governance delle Fondazioni liriche, utilizzando vecchi modelli gestionali che pensavamo di aver abbondantemente superato – ha spiegato il sindaco di Bari che è anche presidente della Fondazione lirico-sinfonica Teatro Petruzzelli – Non solo non siamo disposti a tornare indietro, ma anche riteniamo che Fondazioni eterodirette e scollegate dal territorio non abbiano ragione di esistere, poiché non servirebbero al territorio e men che meno alla crescita culturale del nostro Paese». Fiducia nell’ambito della gestione e autonomia sulle scelte di indirizzo delle Fondazioni sono le principali richieste avanzate dai sindaci. «La attuale composizione dei Consigli di indirizzo – afferma ancora Leccese – in cui siedono con competenza i rappresentanti degli enti locali, in sinergia con il Ministero, rappresenta il cuore pulsante dei cittadini e dei territori in cui le Fondazioni operano. Al governo chiediamo fiducia e la giusta autonomia che riteniamo di meritare». In Commissione alla Camera è stato invece sottolineato il consistente sostegno assicurato dallo Stato al settore lirico-sinfonico, che a far data dall’anno 2023 si è assestato nella misura di 200 milioni di euro, anche in considerazione del percorso di rinnovo del contratto nazionale di settore. Somma superiore al sostegno complessivamente assicurato dagli Enti territoriali che, al 31 dicembre 2023, ammonta a circa 104 milioni di euro, di cui circa 57 milioni di euro provenienti dai Comuni e circa 47 milioni di euro dalle Regioni, i quali concorrono per legge.