È arrivato il via libera dal Consiglio comunale allo stanziamento di 35mila euro per il Tfr (il trattamento di fine mandato) previsto per legge per l’ex sindaco di Bari Antonio Decaro. Il provvedimento è stato inserito nell’assestamento di bilancio votato ieri in aula Dalfino con 24 voti favorevoli e 6 astenuti, assenti 7 consiglieri.
Il Tuel
Il tfr dei sindaci è disciplinato dall’articolo 82 del Testo unico degli enti locali. Ai sindaci viene accantonata una quota annuale dalle indennità mensili, che va ad accumularsi alla fine del mandato, in modo analogo a come avviene per gli altri lavoratori dipendenti. La legge 296 del 2006, ha poi precisato che l’indennità spetta solo nel caso in cui il mandato elettivo abbia avuto una durata superiore a trenta mesi. Per durate inferiori, pertanto, essa non è dovuta.
Il principio contabile allegato al decreto legislativo 118/2011 la inserisce tra le spese potenziali dell’ente per le quali «si ritiene opportuno prevedere tra le spese del bilancio di previsione, un apposito accantonamento, denominato ‘fondo spese per indennità di fine mandato’. Su tale capitolo non è possibile impegnare e pagare e, a fine esercizio, l’economia di bilancio confluisce nella quota accantonata del risultato di amministrazione, immediatamente utilizzabile».
Ogni anno, pertanto l’ente, in sede di predisposizione del bilancio di previsione, deve accantonare un importo pari ad un’indennità mensile del sindaco. Tale somma, non essendo impegnabile in corso d’anno, in sede di rendiconto di esercizio, confluisce nel risultato di amministrazione, parte accantonata. Al termine del mandato amministrativo, allorché si dovrà procedere alla sua erogazione, sarà necessario adottare una variazione di bilancio che applichi l’ammontare complessivo di tali quote di avanzo, mediante creazione del relativo stanziamento. Su tale capitolo si dovrà poi impegnare e liquidare la relativa spesa, con emissione del mandato di pagamento.
La polemica
Il trattamento di fine mandato per Antonio Decaro ha suscitato una serie di polemiche, in quanto arrivato dopo che in Consiglio regionale, a seguito della campagna di opposizione portata avanti da Pd, Cgil e Confindustria è stata bocciata la proposta di legge che voleva reinserire il Tfm (il trattamento di fine mandato) per i consiglieri regionali pugliesi. Sul tema si sono scagliate le opposizioni, in particolare Fratelli d’Italia che si è chiesta come mai il Partito democratico non si sia opposto al tfr destinato a Decaro, membro di spicco del partito, concentrandosi solo sulla posizione dei consiglieri regionali.